Draghi, segnali di miglioramento, Ue più stabile oggi di un anno fa
Il presidente della Bce, Mario Draghi vede “alcuni incoraggianti segnali di tangibile miglioramento delle condizioni finanziarie” nell’area euro. Draghi, parlando alla City di Londra, rileva anche che “gli spread sui mercati del debito sovrano e delle grandi aziende si sono considerevolmente ridotti”. “Le banche nei paesi più stressati – aggiunge – hanno visto i depositi collocati presso di loro da entità non bancarie dell’area euro sono cresciuti di circa 200 miliardi di euro dall’agosto del 2012”. “Abbiamo anche iniziato ad osservare – prosegue Draghi – convincenti segnali che la frammentazione dei finanziamenti bancari sono diminuiti fortemente. Anche se i presiti delle banche alle imprese e ai risparmiatori restano anemici, stiamo vedendo alcuni segnali di lieve miglioramento sul fronte dei presiti”. “Questi miglioramenti – assicura Draghi – sono in larga parte legati che il rischio di colpi di coda di un collasso sistemico dell’Unione monetaria che i mercati avevano messo in conto sono ora in larga parte stati rimossi”. Per questo “possiamo dire che l’Unione economica e monetaria europea è più stabile oggi di un anno fa”.
CRISI: DRAGHI, EUROPA PUNTI SU CRESCITA E DIA FUTURO A GIOVANI
L’Europa deve puntare sulla “stabilità e sulla prosperità” per dare un futuro ai giovani. Lo sostiene il presidente della Bce, Mario Draghi, ospite della City di Londra, a un convegno incentrato sul “Futuro dell’Europa nell’economia globale”.
“Oggi – si legge nel discorso pronunciato da Draghi – dobbiamo focalizzarci nell’assicurare la stabilità economica e la prosperità al popolo europeo. Con tanti giovani europei che si sentono privati delle opportunità e delle prospettive avute dalle precedenti generazioni, non è mai stata così forte l’urgenza di portare avanti questa visione”. “è una fase – aggiunge Draghi – in cui la forza delle nostre istituzioni è messa alla prova; in primo luogo dalla crisi finanziaria e poi dalla recessione L’Unione europea e l’Unione monetaria europea non fanno eccezioni. La scelta è tra l’adattarle alle nuove condizioni, o non fare niente e rischiare la loro dissoluzione.
Queste istituzioni sono state create grazie agli sforzi fatti da milioni di cittadini europei dalla fine della Seconda guerra mondiale. Essi hanno dato all’Europa pace e prosperità. Oggi, sono certo che le nostre democrazie hanno la determinazione e la coesione per trovare insieme la strada per rafforzare ulteriormente queste istituzioni in modo che restino per le nostre future generazioni le stesse fonti di pace e di prosperità che sono state per noi”.
Il punto di partenza, per Draghi, è l’intesa raggiunta al vertice Ue del giugno 2012, “Questo processo – dice il numero uno dell’Eurotower – ultimamente comporta il trasferimento di una parte della sovranità nazionale nell’area del bilancio e delle politiche strutturali. E gli sforzi effettuati in proposito da Germania e Francia sono particolarmente incoraggianti”. “La scorsa estate – prosegue – parlando a Londra, ho detto ‘chi parla della fragilità dell’euro, sottostima la quantità di capitale politico che è stato investito nell’euro’. Da allora, altro capitale politico è stato mobilitato. La risposta alla crisi non è stata meno, ma più Europa”. “La Bce – dice ancora Draghi – in quanto istituzione posta alla frontiera dell’integrazione europea, ha giocato un ruolo attivo nell’indirizzare questa crisi. La credibilità della Bce verso questo risoluto impegno al suo obiettivo primario non è stato scosso agli occhi dei mercati e degli europei. E questo è avvenuto perché le nostre credenziali nel preservare la stabilità sono state provate sia quando i rischi erano al rialzo, sia quando i mercati, spinti dal panico, minacciavano di spedire l’economia in una spirale al ribasso”. (articolo e foto AGI)