Droga il capo e finge uno stupro
La segretaria personale di un manager milanese è stata iscritta
nel registro degli indagati dopo aver drogato il suo capo con un
potente psicofarmaco e finto di aver subito una violenza sessuale.
La donna, una 46enne, è accusata di calunnia, appropriazione indebita,
truffa aggravata, stato di incapacità procurato mediante violenza,
lesioni volontarie e danneggiamento. La messa in scena sarebbe stata
organizzata per sottrarre dei soldi.
Secondo
le accuse, la 46enne, A.V., ha drogato il capo il 2 febbraio del 2005,
inscenando poi un tentativo di stupro. La donna, dopo aver dato
l’allarme, si è fatta trovare dalle forze dell’ordine nell’ufficio,
sdraiata sul pavimento, con la camicia e il reggiseno tagliati e a
fianco un paio di forbici insanguinate. Il manager è stato trovato
invece in stato confusionale nel box dello stabile con una borsa col
manico sporco di sangue.
L’uomo, poco dopo, venne ricoverato in
ospedale, mentre la donna lo denunciò accusandolo di aver cercato di
stuprarla. Il pm Marco Ghezzi ha avviato un’inchiesta: dalle analisi
sulla borsa e sulle forbici è emerso che il sangue trovato era
mestruale e dagli accertamenti sull’uomo che soffre di attacchi
ischemici, che aveva ingerito uno psicofarmaco. L’accusa di violenza
sessuale nei confronti dell’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Bana,
dunque, è stata archiviata.
La donna invece è stata indagata
per aver inscenato lo stupro, mettendo lo psicofarmaco nel caffè
portato quella mattina al suo boss. La segretaria, difesa dall’avvocato
Giovanna Merenda, è anche accusata di aver fatto sparire 20mila euro
dai conti della società. La Procura ha chiesto per lei il rinvio a
giudizio. L’ udienza preliminare si terrà il 7 giugno davanti al gup
Chiara Valori.