E’ ancora rivolta negli atenei italiani. I manifestanti: “No alla riforma. Genelar Strike”.
Nuova giornata ad alta tensione per la scuola. In molte piazze italiane si replicava con sit – in di protesta e scontri con le forze dell’ordine. Roma, Pisa, Palermo, Torino, Firenze, in quest’ultima anche un ferito, sono solo alcuni delle città scelte dagli studenti per manifestare il loro dissenso alla riforma Gelmini. Il provvedimento ha visto poi oggi il ko dell’Esecutivo su un emendamento di Futuro e Libertà, primo firmatario Fabio Granata e il voto alla Camera rinviato a martedì, con il ministro Mariastella Gelmini che commenta: “Vediamo come va a finire”. La stessa Gelmini difende l’iter: “Questa mattina è stato approvato un emendamento di scarso rilievo. Finché Fli su un emendamento non particolarmente significativo marca una differenza – dice la Gelmini – questo rientra nella tecnica parlamentare e non entro nel merito. Mi auguro che non accada che vengano votati emendamenti il cui contenuto stravolga il senso della riforma, non sarebbe accettabile. Se così fosse come ministro mi vedrei costretta a ritirarla”. L’emendamento di Fli sul quale il Governo è stato battuto stamani (art. 16.204) riguarda l’abilitazione scientifica nazionale che richiede requisiti distinti per le funzioni di professore di di prima e di seconda fascia. Prevede che che al comma 3 lettera F dell’articolo 16 si sostituiscano le parole “nuovi e maggiori oneri” con le parole “oneri aggiuntivi”. Pronta la replica dell’opposizione: “Vedo – afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani – che il ministro non gradisce che salgo sui tetti. Io ci vado, anche davanti alle fabbriche, e ci andavo anche da ministro. Vedo che il ministro Gelmini mi dà dello studente ripetente. Domani metterò su internet tutti i voti di laurea e mi aspetto che Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria”. Quanto alla posizione politica prosegue: “Siccome Gelmini dice che noi non siamo disposti a discutere in Parlamento, le faccio una proposta: lei ritiri questo provvedimento, io sono pronto a discutere con lei e con il ministro Tremonti su come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse finanziarie per sostenere il diritto allo studio e alla ricerca”. E mentre il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini chiede al governo il ritiro della riforma (lo stesso fa la Cgil), negli atenei italiani è rivolta. A Pisa un gruppo di studenti si è staccato da un corteo ed è entrato all’interno della storica torre: un gruppo di manifestanti è salito sulla Torre Pendente esponendo dalla cima un lungo striscione con la scritta “No alla riforma. Genelar Strike”. A Palermo viene occupata la stazione ferroviaria, mentre a Napoli il rettorato della Federico II. A Roma il corteo degli studenti ha bloccato l’intera città. Partiti stamane dalla Sapienza, sono arrivati a Montecitorio, per poi spostarsi e bloccare il lungotevere. Solo dopo un’ora, hanno lasciato il presidio diretti nuovamente verso i ‘palazzi’ della politica. Clamorosa l’irruzione nel Colosseo: gli studenti si sono affacciati dal secondo anello del Colosseo e hanno esposto uno striscione che reca la scritta “Nessun taglio, nessun profitto” e hanno dato vita a un corteo all’interno dell’Anfiteatro Flavio. In molti hanno gridato in coro “Siamo noi i veri leoni”, e hanno acceso fumogeni rossi, tra lo stupore dei turisti presenti. Poi se ne sono andati. Martedì si riprende in Aula. Il prossimo nodo, per il provvedimento Gelmini, sarà un emendamento presentato dall’Italia dei Valori. La modifica, se approvata, vieterebbe ai parenti di un professore universitario, fino al terzo grado, di concorrere alle cattedre nello stesso ateneo. Futuro e Libertà, con Fabio Granata, ha annunciato che voterà a favore dell’emendamento, “perché rappresenta un chiaro segnale politico”. Tentata dal sì anche la lega Nord, che è favorevole al principio: a chi le chiedeva se i leghisti voteranno sì, l’esponente del Carroccio Paola Goisis, risponde “può anche essere”. Di qui a martedì, quando riprenderà la discussione in aula, la maggioranza cercherà di raggiungere un accordo con il Fli correggendo l’emendamento dei dipietristi. Ma Fli sembra orientata a votare ugualmente l’emendamento dipietrista nella versione attuale: “Siamo contrari a formulazioni fumose”, dice Granata. Un’altra, l’ennesima gatta da pelare.