E’ giusto revocare l’assegnazione della casa a chi la usa per scopi illeciti
Nell’appartamento assegnatogli dal Comune di Sesto San Giovanni,
alle porte di Milano, aveva stuprato la badante ucraina. E il sindaco,
Giorgio Oldrini, l’aveva sfrattato per “uso improprio dell’abitazione”.
L’uomo ha presentato ricorso, ma il Tar ha dato ragione
all’amministrazione comunale: secondo il tribunale amministrativo,
infatti, è giusto revocare l’assegnazione della casa a chi la usa per
scopi illeciti.
Secondo il racconto della vittima, un’ucraina
36enne, la violenza sessuale era stata consumata proprio all’interno
dell’appartamento di via Carlo Marx, e la decisione della Giunta era
stata immediata: tempo 5 giorni e al presunto violentatore è stato
notificato lo sfratto per uso improprio dell’abitazione. L’accusato, a
quel punto, ha fatto ricorso, chiedendo una sospensione dell’esecuzione
del provvedimento e un ritorno immediato nell’alloggio popolare.
Il
Tribunale, invece, con un’ordinanza depositata il 5 giugno, ha respinto
la domanda di sospensione. La decadenza dall’assegnazione
dell’alloggio, infatti, secondo i giudici può essere disposta dal
Comune nei confronti di chi “abbia usato – o abbia consentito a terzi
di utilizzare – l’alloggio o le sue pertinenze per attività illecite
che risultino da provvedimenti giudiziari e/o della pubblica sicurezza”.
“Sono
molto soddisfatto – commenta il sindaco, Giorgio Oldrini, del Pd –
perché il Tar ha dichiarato del tutto legittimo il provvedimento con il
quale abbiamo deciso di espellere il violentatore dall’appartamento
comunale nel quale aveva consumato i suoi odiosi reati”.