È scontro tra discografici e consumatori
Energica l’opposizione delle associazioni dei consumatori. «Le case discografiche e cinematografiche – hanno detto Altroconsumo e il Beuc, l’organizzazione di associazioni di consumatori europee – dipingono sempre più spesso gli utenti privati come pirati e criminali». I due associazioni denunciano il fatto che l’utente che scarica file musicali o video dalla rete senza scopi commerciali, sia oggi ostacolato da protezioni tecnologiche e dipinto come un pirata, anche quando non lo è.
L’operazione annunciata oggi dalla Fimi riguarda 17 paesi tra i quali l’Italia (8 nuovi casi legali), per un totale di 2.100 nuove azioni giudiziarie contro coloro che usano il file-sharing. Coinvolti nell’attacco, per la prima volta, anche Svezia, Argentina, Svizzera, Hong Kong e Singapore. Rischiano di essere chiusi i principali network di pear to pear: BitTorrent, WinMx, Kazaa, Gnutella, eDonkey, Direct Connect, Emule e SoulSeek. «Si tratta della più grande operazione mondiale – ha commentato john Kennedy Presidente e amministratore delegato di Ifpi, la federazione internazionale dei produttori fonografici – contro sistemi di file sharing. Il messaggio è che dalla Svizzera a Hong Kong da Singapore all’Argentina non esistono paradisi per coloro che scaricano illegalmente musica».
Pochi giorni fa un accordo tra industria discografica statunitense e Groksterd ha stabilito che il P2P viola il copyright e gli utenti sono passibili di sanzioni legali perché commettono un reato. Ma non è la prima controffensiva dell’industria musicale contro la “pirateria”. Se questa è la quarta operazione dal 2004, le azioni legali sono state precedute da campagne di informazione rivolta ai genitori dei giovani internauti e da una guida sul copyright spedita ad aziende e istituzioni in sei paesi. Ultima trovata: il Digital file check che funge da sentinella del pc e rimuove materiale musicale illegale.
Per tutelarsi da queste forme di criminalizzazione, le associazioni dei consumatori hanno lanciato una campagna al Parlamento europeo di Bruxelles per riaffermare i loro diritti tra i quali quello alla scelta, alla conoscenza e alla diversità culturale, a beneficiare delle innovazioni tecnologiche senza restrizioni abusive, all’interpolarità fra contenuti e apparecchi e alla protezione della privacy senza essere criminalizzati. Va anche sottolineato che esiste il diritto di copia privata per la quale gli utenti pagano un tributo salato su ogni supporto analogico, digitale, magnetico e ottico e ogni dispositivo per registrare. Impudentemente dall’uso che se ne fa: scattare una foto o copiare un disco.
Queste associazioni si lamentano delle aziende che impongono i loro cataloghi musicali, i loro prezzi e non consentono, una volta acquistati, di usare i file liberamente. Esempi sono iTunes che permette di ascoltare le canzoni solo con l’utilizzo di iPod e Sony Bmg che distribuisce sistemi anticopia invasivi che si installano nel pc del consumatore senza che quest’ultimo ne sia a conoscenza. Il sistema anticopia usato dalla Sony che apre le porte ai virus e creando anche falle all’interno del sistema di difesa della macchina utilizzata. Eppure Sony avrebbe dovuto imparare la lezione sui sistemi anti-replicazione vista la figuraccia fatta tre anni e mezzo fa quando introdusse un altro sistema anticopia (Key2Audio) che impediva la lettura dei cd sui personal computer, al fine di bloccarne la duplicazione. II sistema alterava lo standard del cd fino al punto che Philips, l’altra creatrice del formato Cd, chiese e ottenenne che che i dischi così artefatti non avvrebbero pottuto fregiarsi del logo Compact Disc Digital audio perchè di fatto non erano dei cd, ma dischi ottici fuori standard.
Per ovviare al nuovo problema introdotto dal sistema anticopia made in Sony, Microsoft ha fatto sapere che eliminerà il programma della Sony perché potenzialmente pericoloso per chi usa Windows. «Abbiamo analizzato questo programma – ha spiegato Jason Garms program manager dell’Anti Malfare Technology team di Microsoft – e stabilito che per proteggere i consumatori, installeremo un sistema di identificazione e rimozione delle componenti del software Xcp su Windows AntiSpyware beta, che ora è usato da milioni di utenti». Altre società di antivirus come Sophos in Gran Bretagna, offrono addirittura un kit di rimozione ma hanno sottolineato che eliminare l’Xco «è un’operazione delicata come un intervento chirurgico a cuore aperto».