«Effetto serra, turisti in fuga dal Mediterraneo»
Il testo anticipato dal «Financial Times». Siccità e danni all’ agricoltura, 100 milioni di vacanzieri verso le «spiagge più miti del Mare del Nord»
ROMA – 2071: fuga dall’ Italia delle spiagge e delle vacanze estive. Perché? Per il caldo insopportabile, per la scarsità d’ acqua, per le coste sommerse dal mare e per la desertificazione. Stato di crisi del turismo e dell’ agricoltura, con perdite annue di svariati miliardi di euro. Lo afferma l’ ultimo rapporto sull’ evoluzione del clima nell’ area Mediterranea ordinato dalla Commissione europea e pubblicato ieri in anteprima dal Financial Times di Londra. APOCALYPTO CLIMATICO – I toni sono quelli catastrofici a cui ormai ci hanno abituato i periodici scenari sul clima prossimo venturo. Ma sia il committente (la presidenza Ue) sia gli enti di ricerca scientifica coinvolti nella ricognizione (progetto europeo Gmes: Global monitoring for environment and security), non possono essere accusati di sostenere tesi preconcette. E allora si deve temere che dai laboratori di ricerca stiano emergendo segnali talmente sconvolgenti che nemmeno i politici e gli economisti più cauti possono ignorare. DUE SCENARI – Lo studio Ue ci proietta nell’ ultimo trentennio del nostro secolo, dando per scontato che nel 2071 le temperature medie continentali avranno fatto un balzo ulteriore di qualche grado. Due gli scenari presi in considerazione. Il primo prevede che, grazie a misure di riduzione dei gas serra, l’ aumento possa essere contenuto a 2,2 gradi. Nel secondo caso, con riduzioni meno efficaci, la graticola climatica ci porterebbe a +3 gradi: un limite, secondo alcuni esperti, oltre il quale si manifestano guasti irreversibili agli ecosistemi. EUROPA SPEZZATA – In entrambi i casi l’ Europa climatica si dividerebbe in due parti. I Paesi più a Nord godrebbero di inverni più miti ed estati simili a quelle nostre. Il Mare del Nord si trasformerebbe nella nuova riviera, meta di turisti che amano prendere il sole senza collassare. Al Sud, in particolare in Italia, Spagna e Grecia, le estati sarebbero così torride e le altre conseguenze ambientali così devastanti da scoraggiare i vacanzieri. Il rapporto prevede la drastica riduzione del flusso di oltre 100 milioni di persone che ogni anno si sposta dal Nord al Sud dell’ Europa per trascorre le vacanze, muovendo un giro d’ affari stimato in circa 100 miliardi di euro. ONDATE DI CALORE – A parte la questione turistica, tutta l’ Europa, senza distinzioni, sarebbe comunque esposta alle ricorrenti ondate di calore estive di cui gli anni recenti ci hanno fornito diversi esempi. Già nei prossimi anni si stima che ci sarà una media di 10.000 «morti anticipate» all’ anno (soprattutto anziani) a causa di questi estremi climatici. A partire dal 2071 i morti passeranno a circa 30.000 l’ anno nel Sud Europa e poco meno nel Nord Europa. Ma in quest’ ultima area la maggiore mortalità estiva dovrebbe essere compensata dalla minore mortalità invernale. L’ ulteriore surriscaldamento avrà come conseguenza il deterioramento delle acque marine che tenderanno ad acidificarsi, per il maggior contenuto di anidride carbonica, e ad alzarsi, a causa dello scioglimento dei ghiacci e della dilatazione termica. Attorno al 2071, o giù di lì, il livello medio del Mediterraneo potrebbe essere salito di un metro. Solo in Italia scomparirebbero circa 3.500 km di coste basse (il 43% dell’ intero sviluppo costiero), come quelle del Veneto-Friuli, Lazio, Puglia, Sicilia. E in alcune aree potrebbero tornare le malattie tropicali come la malaria. CENTRO EUROMEDITERRANEO – «Gli scenari climatici relativi all’ area mediterranea, elaborati di recente presso la sede di Bologna dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), indicano anche essi, per la seconda metà del secolo, un aumento delle temperature medie di 2-3 gradi e una diminuzione delle precipitazioni invernali attorno al 25%», riferisce il professor Antonio Navarra dell’ Ingv. «Ora anche noi, nell’ ambito del Centro Euromediterraneo sul clima, diventato operativo all’ inizio di quest’ anno, ci proponiamo il difficile esercizio di valutare quali saranno, per l’ Italia, le conseguenze socio-economiche dei cambiamenti climatici venturi, tenendo conto delle possibili misure di mitigazione, cioè riduzione delle emissioni, e di adattamento nel frattempo adottate». * * * Lo studio di Bruxelles L’ APPROVAZIONE Lo studio è stato redatto dalla Commissione Ue con i dati raccolti dai satelliti europei. Il rapporto dovrà essere approvato la prossima settimana I CONTENUTI Due gli scenari: il primo prevede un aumento della temperatura di 2,2 gradi, il secondo di 3. In entrambi i casi, entro un decennio 11.000 persone in più l’ anno potrebbero morire a causa del caldo | ||
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Foresta Martin Franco | |