Elezioni, voto di scambio a Napoli I disoccupati vanno all’incasso
NAPOLI
(1 aprile) – Calato il sipario sui seggi, acquisito il risultato delle
urne, entra nel vivo l’inchiesta della Procura di Napoli sui presunti
condizionamenti che si riferiscono alla formazione del libero consenso
elettorale. E sulle presunte ingerenze da parte della camorra.
È una fase ancora embrionale, questa, nella quale l’ufficio inquirente
sta acquisendo una serie di atti: informative e dossier che polizia e
carabinieri hanno già completato, anche alla luce dei servizi
pubblicati da Mattino la scorsa settimana. Due i filoni d’indagine
affidati alla Dda e coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro
Pennasilico.
Il primo si riferisce al cosiddetto voto di scambio: somme di denaro
versate in cambio del consenso, ma anche altro tipo di utilità; il
secondo è relativo invece alla presunta presenza di candidati in odor
di camorra, personaggi cioè vicini o contigui ad ambienti della
criminalità organizzata. Gli investigatori stanno anche procedendo a
esaminare la «mappa» delle zone ad alta vocazione criminale,
incrociando il dato venuto fuori dalle urne in occasione delle
regionali con il numero di preferenze ottenute da ciascun candidato.
Almeno sei i quartieri del capoluogo campano presi a campione. Ma che
ci sia stato un movimento di denari per indurre alcune fasce deboli di
elettori – i pensionati, i disoccupati, gli indigenti – a votare per
questo o quel partito pare che ormai nessuno nutra più dubbi.
Emblematico un episodio – sul quale sono in corso accertamenti – che si
è verificato ieri pomerggio nel pieno centro di Napoli. Alle 15,30 in
piazza Carità in tanti hanno assistito ad un acceso diverbio scoppiato
tra uno dei tanti galoppini elettorali utilizzati in quest’ultima
tornata elettorale e tre giovani. Il galoppino in questione è un
pregiudicato ben noto nella zona dei Quartieri spagnoli, non nuovo –
peraltro – alle cronache giudiziarie per episodi simili.
L’uomo ha estratto dalla tasca una banconota da 50 euro, consegnandola
ad uno dei tre giovani, con i quali presumibilmente aveva un
appuntamento prefissato; il suo interlocutore ha protestato
vivacemente: »Solo 50 euro?, ma se qui c’è stato chi si è portato a
casa anche un migliaio di euro!». La gente assisteva esterrefatta, ma
ben presto si è capito quale fosse l’oggetto del diverbio. L’impegno
preso a votare per un determinato candidato, che a loro dire avrebbe
conquistato l’agognato seggio in consiglio regionale.
«O ti prendi questa banconota o niente», ha tagliato corto il
galoppino, rimontando sullo scooter. Prendere o lasciare. «Lo sapevo
che finiva così – ha concluso l’elettore – siete tutti quanti uguali,
promettete promettete e poi ecco come vi comportate».
Banconote che passano di mano per «ringraziare» gli elettori. Su questo e altri episodi indaga la Digos.