Emendamento concordato oggi dall’ Assemblea delle Municipalità
L’abrogazione prevista nel decreto Monti di qualsiasi forma di remunerazione, indennità o gettone di presenza per i presidenti, le giunte e i consiglieri delle Municipalità non va nella direzione della riduzione dei costi della politica, bensì in quella della riduzione degli spazi democratici di partecipazione.
Si tratta di un decreto sicuramente anticostituzionale in quanto lede l’autonomia locale e il principio di sovranità popolare di cui all’articolo 1 della Costituzione, nonché l’articolo 5 relativo al Decentramento amministrativo e gli articoli 114 e 117 relativi all’autonomia statutaria e regolamentare degli enti locali.
In una città come Napoli, con circa un milione di abitanti, è assolutamente impensabile “abolire” la democrazia di prossimità. Le dieci Municipalità non solo garantiscono alla cittadinanza la necessaria interlocuzione giornaliera con le Istituzioni, ma operano scelte fondamentali per i cittadini occupandosi, tra l’altro, di manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e delle strade e della refezione scolastica. Tali istituzioni vanno potenziate e messe in condizione di lavorare meglio. Con questo provvedimento si torna a una dimensione ottocentesca della politica, ovvero quella della politica riservata ai ricchi.
Il provvedimento contenuto nel decreto Monti lede una delle forme di sovranità espressa attraverso la democrazia di prossimità. Tale scelta, di natura esclusivamente economica, penalizza ancora una volta il funzionamento delle autonomie locali e in particolare della democrazia di prossimità, lasciando intatti i privilegi di chi ha il potere di legiferare. E’ dunque impensabile prospettare un solo titolo onorifico ed è inaccettabile l’eliminazione nonché un’ulteriore riduzione degli emolumenti per le cariche elettive degli organi decentrati di una grande città: le Municipalità rappresentano circa centomila cittadini, al pari di città importanti come Bergamo, Siena o Campobasso.
L’assemblea delle dieci Municipalità di Napoli e l’assessore al Decentramento del Comune di Napoli, Alberto Lucarelli, riuniti oggi nell’antisala dei Baroni al Maschio Angioino, chiedono al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato, ai gruppi parlamentari, di accogliere il seguente emendamento dell’articolo 23, comma 22, del decreto “Salva Italia”.
Art. 23
22. La titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione è a titolo esclusivamente onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettone di presenza. Ad esclusione degli organi di decentramento formalmente istituiti nei Comuni delle città individuate quali “città metropolitane” dalla legislazione vigente e dalle Regioni a Statuto speciale.
gettoni alle municipalita e semplicemente scandaloso qualee gettone trattasi un piccolo rimborso spese per fare un minimo di politica a contatto con i cittadini e il territorio
w monti 1, 10 100 1000 monti andate a lavorare , ce gente che lavora e si fa il ma..o per 600 700 euro al mese . ma poi a cosa servite…anzi se amate il vostro quartiere fatelo gratis , voglio proprio vedere in quanti rimarrete …….. finalmente…..nu poc e soddisfazione …..
w monti 1, 10 100 1000 monti Ma, tornando ai costi della municipalità, i calcoli sono facili a farsi. Dunque, applicando gli artt. 52 e 55 del vigente regolamento per le municipalità, per ogni consesso il presidente riceve l’indennità di poco più di 3mila euro mensili, il vicepresidente, circa 2.300 e i tre assessori esterni poco meno di 2mila euro, mentre i consiglieri percepiscono gettoni di presenza per una media di 20 sedute al mese pari a circa mille euro – 52 euro a seduta. Da precisare che lo stesso regolamento già prevede che i gettoni di presenza, a richiesta del consigliere, possano trasformarsi in indennità di funzione – comma 6 del già citato art. 55. Adesso passiamo ai totali. Mensilmente una singola municipalità costa alla collettività circa 41mila euro – 3mila al presidente, 8mila per vicepresidente ed assessori e 30mila per i consiglieri. Le dieci municipalità costano dunque 410mila euro mensili e quasi 5milioni di euro all’anno, a parte, come detto, i rimborsi ai datori di lavori per i consiglieri dipendenti. I conti alla fine tornano. Uno spreco di risorse senza eguali per non concludere nulla, per parlarsi addosso, senza poteri, senza mezzi e senza risorse economiche. Soluzione al problema n. 1: i 10 presidenti, i 30 assessori municipali e i 300 consiglieri municipali, preso atto che le municipalità non contano nulla, dovrebbero avere il coraggio di dimettersi e di andarsene a casa – o a lavorare per chi un lavoro lo ha -, ma non lo faranno mai, per motivi che ben si comprendono. Soluzione al problema n. 2 ( meno traumatica ): torniamo al passato. Nessun riconoscimento economico per le inutili e pretestuose commissioni, permessi retribuiti ridotti all’osso e solo per il tempo strettamente necessario, riunioni delle commissioni e dei consigli la sera dopo le 18 – al massimo due consigli al mese – stringate e con molti argomenti, senza “sospensioni” dei lavori, con interventi di 3 minuti per ogni partecipante, come si usa da tempo nel parlamento europeo. Basta con gli sprechi, le casse delle amministrazioni locali sono allo stremo e l’ultima finanziaria sta dando il colpo di grazia. Non possiamo permetterci in una città martoriata come Napoli, continuamente in emergenza, di sperperare il pubblico danaro per mantenere un esercito di 340 amministratori che amministrano il “nulla”. Chi vuole occuparsi dei problemi del proprio quartiere, lo faccia con il sano spirito di servizio che dovrebbe caratterizzare l’attività di ogni buon cittadino, che ama il rione dove è nato e dove vive. . Solo così potremo avere il vero e duraturo “Rinascimento napoletano”, senza fuochi di paglia e senza mere immagini da cartolina illustrata.