Emissioni delle macchine mobili non stradali, Italia condannata
Il tardivo recepimento della direttiva 2004/26/Ce (avvenuto nel febbraio scorso, con quasi due anni di ritardo sui tempi prescritti, ad opera del Dm 2 marzo 2006) non salva l’Italia dalla condanna per inadempimento della Corte di Giustizia Ue.
La sentenza 19 aprile 2007 (causa C-113/06) arriva al termine di una procedura di infrazione Ue avviata nel luglio 2005 e relativa al mancato recepimento della direttiva 2004/26/Ce, di modifica della direttiva 97/68/Ce sull’emissione di inquinanti gassosi e particolato inquinante dei motori a combustione interna delle macchine mobili non stradali (termine ultimo 20 maggio 2005).
Non contano le recenti modifiche che il Dm 2 marzo 2006 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 21 febbraio 2007) ha apportato al Dm 20 dicembre 1999, visto che per la Cge “l’esistenza di un inadempimento dev’essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato“.
Si veda: www.curia.europa.eu