Equitalia, ancora orrori: lettera ad un cittadino, 619 miliardi di euro da pagare!
NUOVE cartelle pazze, nuovi… svenimenti. E nuove
accuse a Equitalia. Ieri una raccomandata è stata recapitata a Goro, a
Guido Maestri, pescatore di vongole: «Entro venti giorni devo pagare…
619 miliardi di euro sbotta , mi sa che sarà dura!». L’uomo sorride, la
moglie Nila però è dovuta ricorrere al medico per le palpitazioni
suscitate dalla lettera: Maestri si affianca perciò alle altre persone
(un paio addirittura ricoverate in ospedale per accertamenti) pronte a
dare battaglia sotto il profilo legale. Intenzione analoga per una
donna residente in città, che ieri si è vista consegnare un’analoga
cartella da 619 miliardi di euro). Le associazioni dei consumatori hanno già annunciato iniziative di tutela dei cittadini; la vicenda
perciò rischia di non chiudersi con le scuse di Equitalia ai 4500
emiliano-romagnoli investiti dalle ‘lettere gaffe’. La lettera, a firma
dell’amministratore delegato Alessandro Moro, sarà inviata in questi
giorni (si spera, senza nemmeno un errore di grammatica). Ma fra
qualche settimana, le stesse persone riceveranno un altro avviso di
fermo amministrativo, in questo caso con gli importi corretti. Perchè
se le cifre contenute nelle cosiddette ‘cartelle pazze’ di questi giorni
sono irreali, il provvedimento è invece autentico. Chi ha ricevuto un
avviso, in qualche modo è debitore a Equitalia di una somma senz’altro
largamente inferiore per omesso pagamento. Dalle contravvenzioni al
bollo, dal canone alle imposte e ai tributi, l’origine può essere la
più varia. Il debito non sarà abbuonato neppure per effetto
dell’errore; determinato da un file sballato nella tipografia che
stampa gli avvisi. Oltre alle ‘cartelle pazze’, il computer non avrebbe
trasmesso alla società neppure il file normalmente inviato per i
controlli a campione. Così le comunicazioni choc sono dilagate senza
argine.