Equitalia: casa salva dal pignoramento, ma imprenditore muore d’infarto prima della sentenza
Un imprenditore viene stroncato da un’infarto e dopo quattro giorni dalla sua morte il processo d’Appello stabilisce che la sua casa sarà salva dal pignoramento. Uno dei suo avvocati ha raccontato che pochi giorni prima dell’udienza, aveva detto di avere paura di perdere tutto. Non si può dire se lo stress e l’ansia abbiano causato l’infarto, ma certamente, come ha dichiarato uno dei legali “l’abuso che ha subito e per il conseguente rischio di perdere tutto ha certamente inciso in modo negativo sulle sue condizioni di salute”.
Questa triste storia riguarda un 50enne imprenditore della Val Vibrata (Teramo). L’anno scorso aveva vinto la sua battaglia contro Equitalia che gli aveva iscritto un’ipoteca sulla casa e i terreni di famiglia per un debito pregresso con l’Inps relativo a sgravi contributivi prima concessi e poi revocati. L’uomo aveva usufruito di sgravi contributivi triennali per l’assunzione di alcuni lavoratori in mobilità, ma l’Inps, dopo qualche anno, gli richiede circa 450mila lire. In seguito arriva Equitalia che iscrive un’ipoteca per circa 800mila euro sui suoi beni.
Il giudice del lavoro di Teramo aveva accolto il ricorso dell’imprenditore stabilendo che quei beni servono per il sostentamento della famiglia. Alcuni anni prima, con regolare atto notarile, l’uomo aveva destinato infatti i suoi beni al soddisfacimento dei bisogni della sua famiglia, costituendo fondo patrimoniale sui beni stessi. Equitalia comunque fa ricorso in Appello.
A settembre i giudici del Tribunale dell’Aquila confermano la sentenza: Equitalia non può iscrivere nessuna ipoteca sui beni del debitore destinati al soddisfacimento dei bisogni della famiglia quando il debito non è riconducibile a bisogni familiari, come accade nel caso di un debito per contributi previdenziali o assicurativi.
Ma prima che arrivi la sentenza, l’imprenditore muore per un infarto.
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