Equitalia: cosa c’è dietro il business della riscossione tributaria
Totale monopolio della riscossione dei tributi e dei contributi, per conto dell’Agenzia dell’Entrate. Equitalia è una società per azioni, a totale capitale pubblico (51% all’Agenzia delle Entrate e 49% all’Inps) e dal 1° ottobre del 2006 ha sostituito 40 enti, tra istituti bancari e privati, divenendo unico l’esattore fiscale in Italia. Il tutto in nome di una semplificazione, riduzione dei costi a carico dello Stato e lotta all’evasione fiscale.
Equitalia mette al centro della propria politica societaria l’intransigenza nella riscossione e la puntualità dei suoi esattori. E i dati dei primi quattro mesi del 2011 confermano il trend positivo: + 12,5 %. Un incremento significativo, anche in tempo di forte crisi economica. I cittadini colpiti dalle cartelle esattoriali e gli imprenditori protestano per la durezza dei metodi di Equitalia. Il fenomeno che preoccupa è proprio quello degli imprenditori, portati sull’orlo del fallimento, nonostante avessero deciso di regolarizzare la propria posizione con il Fisco.
Nelle settimane scorse Equitalia è stata più volte oggetto di proteste: dalle manifestazioni, non senza tensioni, organizzate in Sardegna da artigiani e commercianti, fino ai sit-in di Futuro e Libertà sotto le sedi dell’azienda in diverse città italiane. Ieri è stata bocciata una moratoria, presentata dall’Udc, che avrebbe consentito di far distinzione tra gli evasori e i debitori cronici, che dovrebbero essere perseguiti e costretti a pagare, e i cittadini onesti messi in difficoltà dalla crisi economica. “Nessuno – ha detto il deputato e responsabile Enti Locali dell’Udc Mauro Libé – può credere che metà del Paese sia fatto di evasori, mentre tutti si rendono conto che per la crisi, molti possono attraversare un momento difficile, che per le ganasce fiscali e il sequestro dei beni strumentali può sfociare nel fallimento di un’impresa o nella definitiva rovina di una famiglia”.
La maggiore flessibilità nella riscossione coattiva delle imposte era uno dei punti contenuti nelle sette mozioni presentate dai gruppi di maggioranza e opposizione. Dopo il parere favorevole in Aula, il governo interverrà sulla materia nel decreto sviluppo. Nelle mozioni si chiedeva anche “la possibilità di concedere al debitore un piano di rateizzazione, rivedendo l’uso delle cosiddette ‘ganasce’ (riscossioni coattive ndr), vietandole per importi non superiori a 2mila euro, e ad innalzare a 20mila euro l’importo del debito (ora a 8mila euro) al di sotto del quale non è possibile iscrivere ipoteca. La mozione di Fli impegna il governo a eliminare il principio ‘solve et repete’ (prima paghi e poi reclami) e a ridefinire con i concessionari la disciplina su interessi, sanzioni e aggio.
Nei contenuti le mozioni ricalcano la risoluzione bipartisan che era stata approvata in Commissione Finanza il 1° giugno: in tema di calcolo delle sanzioni tributarie la bozza comune chiedeva l’eliminazione di ogni forma di anatocismo, ovvero di applicazione di ulteriori interessi su quelli già maturati per il mancato pagamento di debiti tributari. Nel testo licenziato dalla Commissione c’era un espresso riferimento alla ripartizione dei tributi: da una parte il Comune di Roma per le multe e le tasse; dall’altra Equitalia per i crediti di natura tributaria e contributiva.
Nei casi più controversi, i contribuenti in ritardo si trovavano a pagare, dopo un anno, una cartella esattoriale maggiorata del 50%, rispetto all’importo iniziale. Uno dei casi più incredibili fu quello di un piccolo imprenditore del noleggio con conducente (Ncc), Giulio Aloisi, che ha ricevuto ‘cartelle pazze’ di pagamenti per la cifra complessiva di 200mila euro, per l’accesso non autorizzato ai varchi Ztl di Roma, nonostante la legge n.21/92 consenta alle società di autonoleggio con conducente di entrare nei centri storici. Equitalia ha, dapprima bloccato tutti i conti corrente dell’imprenditore, e poi ha iscritto ipoteca nei suoi immobili.