Equitalia, il braccio distruttivo dello Stato.
Persecuzione finanziaria per le imprese che hanno lavorato per le Asl regionali. Molte di queste infatti pur eseguendo lavori per le Asl non sono state pagate a causa della mancanza di fondi e per i ripetuti errori da parte della pubblica amministrazione. Così le imprese si sono viste più volte negare i pagamenti da Direttori dei Lavori o Responsabili del Procedimento. L’unica arma a loro disposizione è il giudizio civile che comunque adotta tempi interminabili – 10 anni per dare una risposta e sbloccare i pagamenti.
Di fronte a questa complicata ed ingiusta situazione le imprese si sono viste costrette a non pagare i tributi assicurativi ed erariali trovandosi, per l’appunto, nell’impossibilità a farlo. Ad ogni modo per trovarsi comunque in regola con le leggi, hanno denunciato i pagamenti non avvenuti, convinti di un repentino sblocco e di una risoluzione dei problemi.
Ma quale migliore occasione questa per Equitalia? I mancati pagamenti autodenunciati, infatti, hanno comportato due provvedimenti immediati: il fallito rilascio del Durc che ha bloccato l’attività che, quindi, si è trovata impossibilitata ad auto produrre le risorse per pagare i suddetti tributi e l’intervento di Equitalia che ha moltiplicato per due i tributi non pagati ed ha pignorato le somme presso le ASL e tutti i conti bancari.
Ma non finisce qui. E’ solo a questo punto che Equitalia entra in gioco seriamente.
“Adesso, con l’impresa distrutta, ci pensa Equitalia a darle il colpo di grazia. La società di riscossione chiede il fallimento dell’impresa” – continua Pisani – E come se ciò non bastasse una legge ha bloccato i pignoramenti alle ASL fino al 31 Dicembre 2010, rendendo impossibile ogni incasso anche delle somme che dopo tanta fatica sono arrivate a sentenza esecutiva e che vedrebbero le ASL soccombenti e costrette a pagare. E’ un atteggiamento a dir poco vergognoso. Non solo un’impresa auto denuncia assumendosi i debiti tributari per i lavori che ha svolto per le Asl ma poi è costretta a fallire a causa del sui Stato debitore. E’ un’ingiustizia.”
Stando così i fatti, non c’è dubbio che si tratta di un autentico assurdo giuridico ovvero il debitore della Pubblica amministrazione per non pagare i suoi debiti:
a) Vieta la il ricorso all’arbitrato per rallentare con il giudizio civile di almeno 10 anni il contenzioso per il mancato pagamento e quando finalmente si arriva ai pignoramenti blocca e revoca anche questi e comunque non paga per legge, che come ultimamente per le asl, rinvia tutte le procedure al 2011
b) Nello steso tempo lo Stato per incassare i suoi crediti prima blocca l’impresa togliendoli Il Durc e quindi la possibilità di continuare a produrre e poi gli pignora tutti i conti bancari ed i crediti presso gli enti dove ha lavorato chiedendo il doppio delle imposte e tributi non pagati
c) Per ultimo e, qui sta l’assurdo, da debitore si trasforma in creditore e chiede il fallimento dell’impresa che ha lavorato solo per lui e che lui non ha pagato. Così facendo il suo creditore, l’ impresa, non può più chiedergli i crediti per le opere fornitegli a lui stesso Stato.
Le soluzioni di NoiConsumatori:
a) Una immediata Direttiva Equitalia atta ad annullare le istanze di fallimento emesse in questi giorni, questa direttiva dovrebbe permettere la sospensione di ogni attività nei confronti delle imprese che hanno in corso giudizi contro la pubblica amministrazione per il recupero dei loro crediti sino alla conclusione di giudizio e per giudizi iniziati da tempo e di cui i crediti richiesti in giudizio sono superiori delle somme da versare come imponibile senza quote accessorie multe ed interessi all’Equitalia ed agli enti impositori.
b) Accedere alla sospensione dell’esecuzione in base alla direttiva di alcuni giorni fa emesso dall’Equitalia per chi ha crediti nei confronti degli enti impositori.
c) Contestualmente proporre un emendamento alla manovra finanziaria di questi giorni in cui:
d)Le imprese in crisi che hanno un dissesto dovuto a un ente pubblico o ASL che hanno un contenzioso con gli stessi enti per un ammontare superiore ai tributi da versare non possono fallire sino alla soluzione dei contenziosi con gli enti stessi.
e) Un condono tributario riguardante gli oneri fiscali e i tributi assicurativi propri dell’impresa per i lavori eseguiti e non pagati per cui si è in contenzioso con gli enti, tale condono dovrebbe permettere di pagare solo il tributo denunziato regolarmente e non pagato al suo tempo senza oneri e accessori multe ed interessi se mai ridotto di una percentuale e pagabile in 120 rate.
In questo modo le imprese che vorrebbero ritornare in Bonis col pagare della prima rata e nel regolare versamento delle successive possono riottenere il Durc e ritornare a produrre ricchezza per la propria azienda e per la collettività. Se tale norma venisse adoperata all’interno della Manovra finanziaria si potrebbe rendere liquida una grossa somma del debito non pagato permettendo a migliaia di imprese di rimettersi in carreggiata e di ricominciare a lavorare
EQUITALIA una vergognosa soluzione. A mio parere il DURC è anticostituzionale: 1) Manca la privacy 2) E’ una legge retroattiva 3) Toglie la possibilità di lavorare 4) Rende in vari casi impossibile avere serenità 5) Spesso chi chiede il DURC lo fa per prendere tempo nei pagamenti o in malafede sapendo che l’interessato ha qualche problema. 6) Equitalia chiede interessi su interessi è per tanto un ente usuraio.
FIRME PER ELIMINARE IL DURC SI PUO’ FARE QUALCOSA PER ELIMINARE IL DURC?RACCOLTA FIRME ECC ECC
Libero Proffesionista Semplicemente parlando: Uno o più clienti non pagano regolarmente le fatture (prassi generale nei giorni di oggi…) e non danno la liquidità per poter fare fronte a spese (attività, fornitori, imposte ecc…) nei tempi previsti. Questo causa la mancanza di disponibilità per essere a posto nei tempi previsti con altre spese (fornitori e tasse, incluso INPS e INAIL…) e per tanto non ti permettono di avere il Durc apposto. Le Banche fermano i crediti a causa delle insolvenze… Successivamente NON puoi ricevere compensi per lavori fatti presso altri clienti che richiedono il DURC e questo impedisce successivamente di poter mettersi in regola con i pagamenti… inoltre le spese aumentano con sanzioni varie ed interessi…, le perdite di tempo per acquisire informazioni, spese legali, compilazioni di documenti ecc. che non possono essere previste né contabilizzate come perdite, senza contare con i problemi fisici derivati dallo stress e tensione sia personale che familiare. Finalmente si finisce nel CRI (elenco cattivi pagatori) e perdita di ogni speranza di poter avere crediti o un futuro. Tutto questo senza contare con le buone intenzioni iniziali di “lavorare” ricevere compensi senza fare niente d’illegale per poter garantire la sopravvivenza di se stesso, della famiglia e desiderio di contribuire con la società. Questo non aiuta ai lavori sommersi, regolarità contributiva o qualsiasi tipo di controllo delle illegalità, ma tutt’altro… non permette di lavorare (diritto costituzionale) né di poter mettersi in regola con gli obblighi per quelli che agiscono in buona volontà per i bene degli altri. Impedisci la tua privacy dove devi informare (per legge) i tuoi problemi economici ad altri. Penso che il governo dovrebbe promuovere al volontà di contribuire, e non di anulare questa volontà con obblighi e costrizioni eliminando il proprio diritto di scelta, e costringendo le persone di buona volontà ad andare contro i loro desiderio di essere “buoni” ed utili per la società mettendoli nella condizioni di essere “evasori” e “cattivi pagatori” (involontari). Per definizione, una soluzione risolve i problemi, ma una “soluzione” che crea altri problemi non si dovrebbe considerare come “soluzione”, ma una fonte di problemi ulteriore = limitano la libertà e la sopravvivenza.
Il Durc non è un sistema legale per "non pagare" Più correttamente, la richiesta del Durc si fa al momento della richiesta del servizio e/o prodotto, e non solo al momento del pagamento! Questo potrebbe aiutare a quelli che forniscono servizi e/o prodotti a non aggravare ancora la loro situazione economica (che può essere temporale) generando nuovi costi che si vanno ad aggiungere ai debiti già esistenti. Impedendo ulteriormente la possibilità di mettersi in regola.