Equitalia, le ingiustizie e i paradossi della riscossione
Questa è la storia di un imprenditore modello il quale nel 2008, stritolato dalle tasse, per poter continuare regolarmente l’attività e non chiudere la sua azienda si vide costretto a chiedere e pagare i tributi con rateizzo. Dopo aver pagato regolarmente il rateizzo, nel 2014 il suo credito viene negato e versato direttamente ad Equitalia.
Quest’ultima, interrogata sul pagamento in questione, dichiara di esser creditrice per quelle medesime cartelle invece già rateizzate e pagate dal povero imprenditore, che si vide così sottrarre e pignorare presso terzi il pagamento dovutogli.
L’imprenditorie inizia così la sua battaglia legale. S’impugna l’illegittimo pignoramento e si chiede la restituzione del maltolto, ma purtroppo, come spesso accade, all’uomo, pur avendo vinto la causa con annullamento del pignoramento, i giudici, oltre a compensare le spese di lite, negano il rimborso e lo invitano a richiederlo all’agenzia attendendo un diniego prima di poter agire giudizialmente per il recupero delle somme.
Equitalia però, anziché restituire i soldi all’imprenditore, previa una nuova illegittima intimazione (riimpugnata) per le stesse cartelle già pagate e dichiarate estinte da un giudice, si autopignora la somma di cui è debitrice nei confronti del contribuente ignorando sia i precedenti pagamenti sia la sentenza del Giudice, oltre ai diritti del contribuente il quale, pignorato, viene escluso dal circuito del credito e del mondo finanziario in quanto appestato con gravi probabilità di fallire.
Ingiustizia ma quando si fara qualcosa