Equitalia, la Cassazione le dà torto per un pignoramento illegittimo
È un sospiro di sollievo quello che suscita una sentenza della terza sezione della Cassazione che ha condannato un agente della riscossione Equitalia per “Danno da pignoramento illegittimo”.
Se si vuole essere ironici si potrebbe dire che le ganasce questa volta
le hanno messe a Equitalia. Da quando lo scorso autunno si era fatta
luce sul dramma di storie di persone pignorate perché non avevano
rispettato le cartelle esattoriali, in tanti hanno cercato di portare
all’attenzione della politica un modus operandi dell’agenzia di riscossione che sembrava forzato e irrispettoso delle persone coinvolte. Questa volta però si è andati oltre.
L’AVVOCATO VITTIMA DI EQUITALIA – La vicenda nasce dal ricorso di un
avvocato che aveva vinto un’opposizione a una cartella di pagamento
riferita a sanzioni amministrative e nonostante questo si era visto
notificare un avviso di mora da parte dell’ente creditore e dell’agente
riscossore. Equitalia non ha esitato a procedere con
l’esecuzione forzata con un pignoramento immobiliare presso lo studio
legale dell’avvocato. Il professionista, pignorato davanti alla figlia e
alla segretaria, non ha esitato a citare in giudizio l’ente creditore e
l’agente della riscossione per danno non patrimoniale causato dalla
procedura di pignoramento. La terza sezione della Cassazione ha
ribaltato le precedenti pronunzie, relative al caso, emesse dalle due
corti di merito che avevano escluso la risarcibilità del danno non
patrimoniale (danni morali).
«LA SENTENZA È UNA SPERANZA PER I CITTADINI» – Il caso è indicativo della pervicacia con cui Equitalia ha portato avanti una pratica in maniera illegittima, visto che l’avvocato aveva già vinto l’opposizione a una cartella di pagamento riferita alle sanzioni amministrative
e che aveva provveduto immediatamente a proporre un’istanza di
autotutela chiedendo il contestuale annullamento con diffida ad
astenersi dal compiere atti di esecuzione forzata. Evidentemente ad
Equitalia non avevano prestato attenzione. Secondo Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei diritti”, la sentenza 9445 dell’11 giugno 2012
rappresenta una speranza per molti cittadini vittima di comportamenti
anche illegittimi e che di fatto impone maggiore attenzione nelle
procedure di riscossione da parte della stessa società.