Equitalia, la multa è illegale
cento applicati sulle contravvenzioni rendono nulle le cartelle in cui
viene chiesto di pagare le vecchie contravvenzioni. Lo stabilisce una
sentenza della Cassazione. Che fino a oggi è stata bellamente
ignorata
sanzioni di migliaia di cartelle di Equitalia. Una sentenza della
Corte di Cassazione per anni introvabile anche nei database
giuridici più forniti. Una pronuncia che, almeno sulla carta, segna
un piccolo gol a favore dei debitori del fisco, dichiarando
“illegittime” le sanzioni che la società di riscossione applica
sulle multe e sulle ammende amministrative. A partire dalle
infrazioni del codice della strada.
Per cinque anni, da quando cioè la Cassazione s’è pronunciata,
nessuno ne ha mai sentito parlare. Fino a quando un avvocato di
Bari, Vito Franco, ha deciso di andare in fondo alla vicenda.
Abbonato a una delle più prestigiose banche dati giuridiche private
d’Italia si mette a dare la caccia alla sentenza fantasma. Eppure
anche negli archivi telematici per i professionisti non trova alcun
riscontro.
Quel pronunciamento fantasma sembra non esistere. La ricerca si
trasferisce online, fra siti, blog giuridici, forum di discussione
fra fiscalisti. Anche qui niente. L’unica soluzione è andare a Roma
e spulciare negli archivi cartacei della Suprema Corte. E così, si
mette a scartabellare fra mucchi di carte alti come armadi. E alla
fine ecco che spunta la sentenza annulla-sanzioni. E’ stata
depositata in Cassazione il 16 luglio 2007. Porta il numero di
protocollo 3701. E parla chiaro: gli interessi del 10 per cento
semestrale applicati da Equitalia sono illegittimi.
Una pretesa del fisco, insomma, che i giudici contestano, spiegando
che non è diritto dello Stato incassare quella specie di tassa
sulle multe. Eppure, anche di fronte a una decisione del genere,
dal 2007 a oggi Equitalia ha continuato ad applicare il rincaro:
“Non è cambiato nulla. Le maggiorazioni continuano a essere
presenti in tutte le cartelle relative alle sanzioni
amministrative”, spiega l’avvocato Franco. Proprio come risulta da
centinaia di cartelle esattoriali. Gli esempi possono essere molti.
Una, ad esempio, chiede la riscossione di 13.561 euro per un cumulo
di multe non pagate.
Ecco che nel conto di Equitalia ben 3.292 euro di maggiorazioni,
secondo la sentenza della Cassazione, sarebbero “illegittime”. Un
caso molto diffuso, visto che gli automobilisti in debito con il
fisco sono una percentuale piuttosto alta dei “clienti” di
Equitalia: “A occhio e croce potrebbero rappresentare il 30 per
cento delle cartelle emesse”, spiega il legale, che fa da
consulente anche a un’associazione di tutela dei consumatori,
l’Assdac di Bari, che negli ultimi anni ha presentato oltre 3.500
ricorsi.
A fare due conti le sanzioni “irregolari” creano maggiorazioni di
milioni di euro, soldi che non sarebbero dovuti, secondo la
Cassazione. Che sul “no” alla sovrattassa del 10 per cento parla
chiaro: in caso di ritardo nel pagamento della sanzione, va
applicata “l’iscrizione a ruolo della sola metà del massimo
edittale e non anche degli aumenti semestrali del 10 per cento.
Aumenti, pertanto, correttamente ritenuti non applicabili”.