EQUITALIA NON DISTINGUE TRA EVASORI O TARTASSATI / ICI e TARSU
Questo lo ricordiamo al “Gruppo Equitalia” a seguito di un comunicato apparso su “La Tua Voce” il 7 marzo dal titolo: “Nel 2010 la riscossione dei tributi aumenta del 15%”.
Poi tra le righe si riporta “L’affinamento delle attività di riscossione … ha consentito di aumentare gli incassi sui debiti di oltre 500 mila euro per un importo del 20% sugli incassi totali”. Grande importanza ha rivestito lo strumento della rateizzazione ai contribuenti in difficoltà… e quello della direttiva antiburocrazia con la quale il cittadino che abbia ricevuto una >cartella non dovuta<, provvede la stessa Equitalia, previa semplice autodichiarazione supportata dalla documentazione giustificativa, a interrompere la procedura di riscossione.
Ma aldilà di tutto quello che afferma “Equitalia”, ci preme sottoporre alla medesima qualche quesito in qualità, di evasore o tartassato, ma pur sempre di cittadino.
Riprendiamo una segnalazione apparsa per ben due volte su “La Tua Voce” e su “UnoNotizie.it” dal titolo: “CARTELLE ICI E TARSU –Disdicevole speculazione”. E si diceva questo: “E’ accaduto in fatto di Tarsu che un contribuente abbia ricevuto a fine dicembre per gli anni 2005-2010 sei “Avvisi di accertamento” riferiti ad uno sgabuzzino sito nel terrazzo condominiale di 4 mq e, la relativa tassa annuale di appena 2 € viene aggravata da una sanzione di 51€ che, con altri addebiti, si arriva ad un totale di € 60 annuali.
Eppure è notorio che l’amministrazione comunale è da considerarsi un “Ente” unico ed indivisibile anche se conta vari uffici amministrativi per una mera questione di efficienza, ma come mai –è spontaneo chiedersi — i “comparti stagno” del comune di Viterbo non eseguono quello che normalmente andrebbe fatto in ogni azienda? L’ufficio imposte e tasse si sveglia solo dopo un letargo quinquennale per far solo da “passa carte” alle “Esattorie del gruppo Equitalia” alfine di colpire i contribuenti e tartassarli di conseguenza. Tra amministrazione comunale di Viterbo ed Equitalia, il gatto e la volpe, si concerta una procedura non casuale come quella di rendere attivi quei dati, lasciati poltrire artatamente per un quinquennio nei propri cassetti, onde far così lievitare su di essi introiti a profusione a discapito dei contribuenti. A molti sembra questo modo di agire un sistema biasimevole, piuttosto “borbonico” che nessun privato si sognerebbe mai di applicare. Non va scordato che i contribuenti sono esseri umani prima di tutto, ancorché elettori e portatori di diritti! Forse con siffatta strategia di incrementare gli incassi a discapito dei malcapitati contribuenti si intende ripianare i “saccheggi” finanziari perpetrati in anni passati dalle municipalizzate Cev, Francigena e Robur?
Basti pensare che se l’amministrazione comunale avesse agito direttamente con regolari controlli annuali, già fin dalla prima infrazione, subito rilevata e punita, il contribuente avrebbe agito di conseguenza e di sicuro avrebbe evitato le esose “multe” successive. L’asino non cade una seconda volta dove è già caduto! Questo il punto nodale che non potrà mai giustificare il comportamento “inusuale” del comune di Viterbo anche se – ci dicono i bene informati – la legge prevede il controllo fiscale “entro i cinque anni”. Non si può essere inerti per un lustro per poi agire in una sola volta mettendo in difficoltà migliaia di cittadini con le “buste verdi” Ici e Tarsu. Basta una spesa imprevista intorno ai mille euro per metter in crisi una famiglia e farla scendere sotto la soglia della povertà. E sappiamo di contribuenti che hanno collezionato una diecina di tali buste ed hanno imprecato contro i “falsi dei” e non verso la malasorte.
Nel comunicato di Equitalia è riportata una frase non davvero sibillina con la quale, la stessa Equitalia si magnifica per “l’Affinamento delle attività di riscossione messe in atto” per ottenere incrementi sugli incassi. La PIOVRA di STATO, come la definisce l’Espresso, affina i metodi di incasso per fare più vittime. “Il fatto è che per sopravvivere la piovra Equitalia deve fare budget e non guarda in faccia a nessuno. Al Capone e la vecchietta con 500 euro di pensione che non è riuscita a pagare la tarsu sono la stessa cosa”. Equitalia “è un baraccone all’italiana, con 8000 dipendenti e più cartelle spediscono, più notifiche mandano, più avvisi (40milioni nel 2009) recapitano e più incassi fanno”. “Procedure discutibili, e perfino l’ipoteca sulla casa per pochi euro”. “POLTRONE PER TUTTI” – così denuncia l’Espresso: “Tra società centrale e diramazioni locali una serie di incarichi per Politici ed alti Burocrati” e non mancano scandalosi casi di parentopoli.
Così si capiscono meglio anche le oltre duemila cartelle tarsu recapitate ai cittadini di Santa Marinella. Mentre laggiù è sorto un Comitato di Difesa dei Cittadini e la sezione del Pd distribuisce moduli per i ricorsi, nel capoluogo di Viterbo tutto sembra passare in sordina. Codacons, Federconsumatori ed altri organismi a difesa dei cittadini sembra che da noi non esistano. Eppure l’avvocato Antonella Nanna della Federconsumatori è in prima linea nel denunciare le storture del sistema “Equitalia”, il famelico mostro che la “Politica” ha partorito per impoverire la gente ed ingrassare se stessa. E quando la gente si isola dalla “Politica” rinunciando perfino al diritto di voto molto verosimilmente è schifata da fatti scandalosi come quelli delle “Cartelle Pazze” legate spesso a fenomeni di sprechi e corruzione.
Quanto all’amministrazione comunale di Viterbo in fatto di Ici e Tarsu sarebbe buona cosa leggere magari su Il Municipale qualche vera “informazione”… oltre alla solita parata di stelle!