Equitalia, pignoramenti più leggeri
Nel decreto di venerdì prossimo sulla semplificazione fiscale ci saranno anche delle misure per allentare la morsa di Equitalia nella riscossione dei debiti tributari. Serviranno ad aiutare le imprese morose, evitandone il blocco dell’attività, ma anche i semplici contribuenti che hanno forti debiti fiscali ed un solo stipendio, insufficiente per ripagarli e al tempo stesso mandare avanti la famiglia. I due articoletti che si aggiungono al testo del decreto legge in preparazione sono stati suggeriti direttamente da Equitalia con l’evidente scopo di migliorare il rapporto con i contribuenti, divenuto molto teso dopo l’inasprimento della normativa sulla riscossione dei tributi. Ma se da un lato il fisco dimostra la volontà di venire incontro ai contribuenti che comunque stanno pagando le tasse, dall’altro continua a mostrare il pugno duro nei confronti dei furbi. Al decreto si aggiungono, infatti, anche nuove norme per contrastare l’evasione fiscale. Le norme anti-evasione Così, ad esempio, i contribuenti soggetti agli studi di settore che non risponderanno ai questionari del fisco, oppure indicheranno dei dati falsi, saranno sottoposti ad un accertamento analitico-induttivo. Se fino a ieri, ignorando i questionari, si rischiava solo una sanzione pecuniaria, da ora in poi si correranno rischi pesanti. E l’inserimento nell’elenco dei contribuenti da sottoporre agli accertamenti sarà automatico, senza via di scampo. La falsificazione dei questionari degli studi di settore, un supplemento di informazioni richieste dall’amministrazione fiscale, viene dunque considerata come un indicatore attendibile di possibile evasione, e la conferma si è avuta dai recentissimi blitz della Guardia di Finanza negli esercizi commerciali delle grandi città e delle località turistiche. La quasi totalità degli esercizi che non battevano regolarmente gli scontrini fiscali, aveva anche falsificato in qualche modo i questionari inviati dall’Agenzia delle Entrate sugli studi di settore. Che, per inciso, quest’anno potrebbero subire un ritardo di circa un mese per la messa a punto dei nuovi indici di coerenza economica. Riscossione meno dura Potranno consolarsi, in compenso, imprese e contribuenti che pizzicati dal fisco in passato stanno comunque onorando il proprio debito tributario. Il nuovo decreto interverrà direttamente sui pignoramenti che gli agenti della riscossione possono ottenere a tutela del credito fiscale. Nel caso delle aziende o delle società di artigiani o professionisti, il decreto stabilirà, che se Equitalia dovesse procedere al pignoramento dei beni strumentali, il titolare ne venga nominato custode giudiziario. Così che l’imprenditore, custode dei macchinari aziendali, possa continuare a farli funzionare, garantendo la sopravvivenza dell’impresa e la possibilità che questa ripaghi anche il debito fiscale. Busta paga pignorata Sulla stessa linea si muove l’altra norma, che viene incontro ai semplici contribuenti. Sempre per tutelare il suo credito, Equitalia può procedere anche al pignoramento di una parte dello stipendio del contribuente, se questi non ha altri beni che possano garantire l’amministrazione fiscale. La norma oggi prevede che possa essere pignorato il quinto dello stipendio, ma il nuovo decreto prevede che possa essere anche una percentuale inferiore, fino al decimo dello stipendio. La quota che il fisco potrà “congelare” dipenderà in sostanza dall’assegno mensile, e se si tratta di uno stipendio basso, èmolto probabile che la quota di un quinto venga ridotta, fino ad essere dimezzata.