Equitalia rastrella 600 milioni in Veneto
Detestata, ma efficace. La mano di «Equitalia », l’esattoria dello Stato che artigiani e piccoli imprenditori accusano di comportamenti «vessatori», è riuscita in cinque anni, cioè da quando è stata costituita, a far incassare alle casse pubbliche il doppio delle evasioni accertate. A dirlo è uno studio della Cgia di Mestre, secondo cui dal 2006 ad oggi il gettito da riscossione coattiva, cioè da espropri, sequestri conservativi, ipoteche e ganasce fiscali, è passato dal 5% a circa l’11%. Solo in un anno — dal 2009 al 2010 — in Veneto il gettito è balzato da 497,7 a 582,4 milioni di euro, aumentando del 17%. Un dato significativo, che tuttavia pone la nostra Regione solo al sesto posto nazionale dietro a Lombardia (la più vessata in assoluto, con una riscossione pari a 1,8 miliardi di euro), Lazio, Campania, Toscana, Emilia e Piemonte. La circostanza, però, non placa gli artigiani e i piccoli imprenditori. Il dossier contro Equitalia promesso da Confartigianato imprese Veneto dovrebbe essere pronto entro la prossima settimana. Ad annunciarlo il presidente regionale dell’associazione, Giuseppe Sbalchiero. Nel documento saranno riportate le denunce di un centinaio di piccoli imprenditori, che sostengono di aver subito vessazioni da parte della società pubblica incaricata della riscossione dei tributi (tra queste quella di un artigiano che dovrà versare ad Equitalia nei prossimi cinque anni oltre 450 mila euro, di cui 200 mila di arretrati Irpef e Irap e ben 250 mila di interessi). Inoltre, come fanno sapere sempre da Confartigianato imprese, verranno messi nero su bianco «i tre elementi critici del sistema. Ovvero: i tassi di interesse da usura, che sono pari al 30%; gli errori di spedizione delle cartelle esattoriali e, infine, le difficoltà di dilazione delle rate, che non possono essere superiori a 70». In attesa di conoscere il dettaglio della denuncia di Confartigianato, però, a far discutere sono le nuove parole del presidente Sbalchiero, che ieri ha chiamato in causa Confindustria. «Smettiamola di dire che sono i piccoli imprenditori e gli artigiani a non pagare le tasse — ha detto —. Vogliamo parlare dei grandi industriali? Scopriamo ora cosa facevano per esempio nella concia o nell’oro a Vicenza. Se Equitalia andasse a pressare loro ne vedremo delle belle.
E’ ora che Confindustria si prenda le sue responsabilità. Tra l’altro di solito le piccole imprese che vanno in difficoltà sono proprio quelle che lavorano con i grandi gruppi». La replica degli industriali non si è fatta attendere. A prendersi carico della risposta il presidente di Unindustria Treviso Alessandro Vardanega. «Noi abbiamo un codice etico e promuoviamo la cultura della legalità—ribatte il numero uno degli imprenditori della Marca —. E quindi sappiamo come sanzionare chi sbaglia. Tra di noi comunque l’evasione totale praticamente non c’è, perché chi opera in questo modo lavora sotto traccia. E non si iscrive all’associazione di categoria». Vardanega, invece, non giustifica la reazione dell’agricoltore di Lonigo, che venerdì avrebbe sequestrato un esattore di Equitalia. «Non si può portare solidarietà a chi compie un atteggiamento come questo tipo — afferma —ed è giusto esprimere disagio e disappunto. Resta, tuttavia, che questi segnali devono servire a chi ha responsabilità di governo per capire che è giunto il momento di mettere mano al sistema fiscale, perché sia più coerente e più bilanciato rispetto ai sistemi fiscali del resto dell’Europa». Sul tema si è espresso anche Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre (artigiani e piccole imprese). «Anche da noi le aziende vengono a reclamare i metodi di Equitalia—sostiene —, ma bisogna tener presente che ci sono due esigenze da contemperare. Quella dello Stato che deve recuperare i soldi della collettività e quella dei cittadini che devono meritare equilibrio e rispetto. Il problema è che dall’altro lato lo Stato resta il peggiore pagatore d’Europa quando deve liquidare i propri fornitori». Il segretario quindi conclude. «Le vibranti proteste sollevate in questi giorni da molti contribuenti ci fanno capire che il tema della riscossione è molto delicato, l’espropriazione, il sequestro conservativo, l’iscrizione di ipoteca, il fermo del veicolo sono misure necessarie, ma devono essere utilizzate con cautela.