Equitalia, rubava i soldi dei contribuenti
Si appropriava dei soldi dei contribuenti: fingeva di fare il
versamento del denaro che i cittadini gli mettevano in mano per pagare
tasse e imposte, consegnava loro una ricevuta, ma subito dopo annullava
il pagamento e si intascava i soldi. Con questo sistema Federico
Sabattini, cassiere e operatore di retro-sportello di Equitalia (prima a
Parma, poi a Reggio e a Guastalla) in quattro mesi, dal giugno
all’ottobre 2007, ha sottratto a Equitalia 56.500 euro: nelle scorse
settimane, la Corte dei conti dell’Emilia-Romagna lo ha condannato a
risarcire Equitalia di tutto il denaro rubato, ovvero 52.500 euro (gli
altri 4.000 gli erano già stati trattenuti dallo stipendio). La tecnica
di Sabattini era venuta a galla dopo che un contribuente, anni fa, si
era presentato ad Equitalia inferocito perché aveva trovato un sollecito
di pagamento di una cifra che era certo di aver già saldato: portò la
ricevuta del versamento effettuato il 26 luglio 2007 allo sportello di
Reggio e protestò con la società di riscossione.
Equitalia non ha aspettato altro, a maggior ragione
considerando che l’operatore che aveva ricevuto il pagamento “sparito”,
Sabattini appunto, all’epoca era stato trasferito da poco a Reggio dopo
una serie richiami “guadagnati” nel primo semestre 2007 alla sede
centrale di Parma: erano emerse irregolarità nel suo lavoro e così era
stato trasferito. Poco dopo, a Reggio, si scopreý il resto: Equitalia,
oltre a spedire Sabattini a Guastalla, avvia un’ispezione che porta alla
luce le sue malefatte. Nel marzo del 2008 manda i documenti alla
Procura contabile per denunciare il danno erariale subito. Il cassiere
“infedele”, nel febbraio 2008 ammise le sue responsabilità, rassegnò le
dimissioni e promise di restituire tutto il dovuto, ma da allora è
scomparso. Nel giudizio contabile che è stato discusso contro di lui
davanti alla Corte dei conti non si è mai costituito e anche le ultime
notifiche che gli ufficiali inviati dalla Procura contabile hanno
tentato di fargli avere sono andate a vuoto: al suo indirizzo di
residenza a Reggio non è stato trovato nessuno e al momento della
discussione del processo era formalmente irreperibile.
Il verdetto della Corte dei conti nei suoi confronti, però, è
arrivato: i giudici contabili lo hanno condannato per responsabilità
amministrativa, nella fattispecie più grave del dolo intenzionale, a
risarcire a Equitalia tutto ciò che ha sottratto ma anche di confermare
il sequestro conservativo, scattato il 15 dicembre 2011, su tutti i suoi
beni mobili e immobili fino ad un importo di 52.500 euro. Si era
trattato di una misura d’urgenza, chiesta dalla Procura contabile per
“fermare”’ le possibili fonti di restituzione del denaro prima che
potessero scomparire (come ha fatto Sabattini). Le appropriazioni
indebite accertate riguardano i mesi in cui Sabattini era cassiere e
operatore negli uffici di Equitalia di Reggio e Guastalla.