EQUITALIA: stop agli abusi
LECCE, 01/12/2009
Si è rivolto allo sportello dei diritti un contribuente, esponendoci il
suo caso, che riteniamo sia emblematico di un metodo di riscossione dei
tributi che, come associazione che tutela i consumatori, non possiamo
che stigmatizzare.
Nell’aprile del 2006 un Ente previdenziale inviava agli eredi del
proprio assicurato, deceduto pochi giorni prima, la richiesta di
pagamento di una somma di circa €.180,00; il pagamento avveniva
puntualmente dopo pochi giorni.
Nel maggio 2009 veniva notificata al defunto e singolarmente agli
eredi, tra i quali vi è il nostro assistito, una cartella esattoriale
per il pagamento della stessa somma; immediatamente gli eredi
presentavano all’AGENZIA DELLE ENTRATE di Lecce la ricevuta del
pagamento, avvenuto tre anni prima. Nel giugno 2009 producevano istanza
di annullamento della cartella esattoriale. Nonostante ciò il 07/10/09
l’EQUITALIA recapitava al nostro assistito un PREAVVISO DI FERMO DI
VEICOLI, con il quale comunicava che, per il mancato pagamento della
suddetta somma, nel frattempo lievitata a circa €.250,00, aveva
“attivato per i veicoli elencati in allegato la procedura di fermo
prevista dall’art.86 del DPR 29/09/73 n.602”. Solo successivamente, nel
corso della lettera, si apprendeva che il fermo sarebbe stato iscritto
presso il Pubblico Registro Automobilistico in mancanza di pagamento
entro venti giorni sempre della stessa somma.
Per inciso, ci riferisce il nostro assistito, dei due autoveicoli di
cui lo stesso è intestatario, veniva indicato quello di valore
maggiore, pari a circa 80 volte il valore del tributo che si presumeva
omesso, e non quello di valore minore. Per il momento, e salvo
ulteriori sviluppi, la vicenda sembra risolta perché il nostro
assistito, recatosi personalmente presso l’AGENZIA DELLE ENTRATE, ha
ottenuto che si procedesse immediatamente all’annullamento della
cartella ed ha inviato per raccomandata all’EQUITALIA la relativa
ricevuta attestante lo sgravio. Conclude la sua lettera il nostro
assistito lamentando che, dopo trent’anni nei quali ha sempre pagato
puntualmente tutto quanto dovuto, è stato trattato senza alcun rispetto
come se fosse un malpagatore abituale.
In queste condizioni non sempre i contribuenti hanno la capacità e la
possibilità di comprendere cosa sia accaduto, ed a volte succede che
paghino somme non dovute, solo al fine di evitare conseguenze più
gravi; non è giusto, infine, che i contribuenti siano costretti, da
altrui errori o negligenze, a lunghe trafile di accessi agli uffici ed
agli oneri dell’invio di raccomandate.
LO SPORTELLO DEI DIRITTI, a difesa dei contribuenti e soprattutto di
quelli che puntualmente adempiono ai propri obblighi ma, a causa di
queste vicende paradossali, cadono ugualmente negli ingranaggi del
sistema di riscossione, leva la propria forte PROTESTA, evidenziando
che, se da una parte l’AGENZIA DELLE ENTRATE NON FA IL SUO DOVERE,
perché dopo tre anni chiede il pagamento di ciò che è stato pagato
puntualmente, e dopo quattro mesi dalla richiesta di annullamento della
cartella esattoriale ancora non ha concluso la pratica relativa
procedendo allo sgravio e comunicandolo all’EQUITALIA, quest’ultima FA
PIU’ DEL SUO DOVERE, MANDANDO LETTERE MINATORIE A TRANQUILLI
CONTRIBUENTI CHE PAGANO SEMPRE E REGOLARMENTE MIGLIAIA DI EURO OGNI
ANNO DI TASSE, IMPOSTE, CONTRIBUTI E BALZELLI VARI.
Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela
del Consumatore” di Italia dei Valori e dello Sportello Dei Diritti,
ritenine che sia doveroso stigmatizzare il comportamento di EQUITALIA,
che usa dei metodi da sceriffo di second’ordine, utilizzando una
formulazione del preavviso intimidatoria e volutamente poco chiara,
facendo cadere in errore i contribuenti con la frase “abbiamo attivato
la procedura”, e facendo loro credere che già si è operato il fermo
sull’autoveicolo, ed abusa dello strumento del fermo amministrativo,
senza rispettare una doverosa proporzionalità tra il valore del credito
e quello del bene fermato.
LO SPORTELLO DEI DIRITTI INVITA L’EQUITALIA A MODIFICARE I MODELLI DI
LETTERA CHE INVIA AI CONTRIBUENTI, TRASFORMANDOLI, PER LA PRIMA VOLTA,
IN AVVISI BONARI, ED A CHIARIRE CHE IL FERMO SARA’ CONSEGUENZA DEL
MANCATO PAGAMENTO ENTRO VENTI GIORNI, ELIMINANDO LA DICITURA “ABBIAMO
ATTIVATO…”, CHE FA CREDERE CHE IL FERMO GIA’ SIA STATO OPERATO. LA
INVITA A FAR RICORSO ALLO STRUMENTO DEL FERMO AMMINISTRATIVO SOLO
QUANDO VI SIA EFFETTIVA NECESSITA’, VALUTANDO LA SOLVIBILITA’ DEL
CONTRIBUENTE E SALVAGUARDANDO LA PROPORZIONALITA’ TRA CREDITO E VALORE
DEL BENE FERMATO.
LO SPORTELLO DEI DIRITTI INVITA L’AGENZIA DELLE ENTRATE A OPERARE
TEMPESTIVAMENTE GLI SGRAVI PER EVITARE CHE SIANO RICHIESTI PAGAMENTI
GIA’ ESEGUITI.
LO SPORTELLO DEI DIRITTI VIGILERA’ ANCHE SU QUESTO.