Equitalia: stop ai pignoramenti di stipendi e pensioni in banca
MILANO – Stop ai pignoramenti sui conti corrente in banca o alle poste, dove vengono versati i soldi di stipendi e pensioni. Lo ha deciso Equitalia con decorrenza immediata stabilendo che la procedura va attivata su datori di lavoro ed enti pensionistici e solo se nel caso in cui il reddito o la pensione in questione superino i 5 mila euro. Con una nota diffusa internamente, Equitalia chiarisce che le azioni di pignoramento direttamente sul conto corrente saranno attivabili “solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o l’ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a 5.000 euro mensili”.
La nota interna, diffusa per dare indicazioni ai propri uffici su come comportarsi in materia di pignoramenti dei conti correnti, si è resa necessaria in seguito alle “problematiche emerse in merito ai pignoramenti e le disposizioni sono con “decorrenza immediata”. Per le procedure di pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico si procederà secondo le tradizionali regole: potrà essere pignorato un decimo dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, un settimo tra 2.500 e 5.000 euro un quinto sopra questa soglia.
Sempre in tema fiscale, oggi il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha chiarito l’utilizzo da parte del Fisco del redditometro: “Lo useremo soltanto nel caso di evasione spudorata”, ha spiegato da Napoli – a margine
di un convegno sull’evasione. Uno strumento, il redditometro, che servirà per “colpire coloro che hanno un reddito consumato elevatissimo a fronte di una dichiarazione redditi esigua”. La precisazione serve a specificare che sarà una sorta di ‘estremo rimedio’ per analizzare i casi limite: si tratta, ha aggiunto Befera, di persone che “non dichiarano, ma che hanno una capacità di spesa notevolissima non giustificata da altro”. Lo strumento entrerà in funzione “per i caso più eclatanti” e ampio spazio sarà dato al contraddittorio perché, ha spiegato Befera, “possono esserci tanti motivi per cui si acquisisce reddito”. Per esempio, quei redditi che “sono esenti e non devono essere posti in dichiarazione. “Ma ci sono anche tanti casi che vengono segnalati di persone che viaggiano a livelli spesa elevatissimi – ha concluso – e magari hanno agevolazioni dallo Stato perchè non dichiarano nulla. Questi sono quelli che vogliamo colpire”.
Sull’entrata in vigore del redditometro ‘semplificato’, in serata l’Agenzia ha poi precisato che Befera “non ha mai affermato che ‘a maggio partira’ il redditometro semplificato”. La scadenza di maggio è invece riferita all’attività di semplificazione degli adempimenti che l’Agenzia sta portando avanti con le associazioni di categoria, tra cui Confindustria”.
Fonte: www.repubblica.it