Equitalia, una sede d’oro nell’ex palazzo dell’ Enel
“Da un lato mettono sul lastrico migliaia di famiglie, dall’altra si comprano sedi a cinque stelle per i loro uffici”. È la denuncia che Alberto Goffi, consigliere regionale dell’Udc oltre che segretario piemontese del partito, lancia contro Equitalia, la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi. Goffi conduce da tempo una battaglia durissima contro gli eccessi che, a suo parere, contraddistinguerebbero l’azione di riscossione dell’agenzia.
Questa volta la pietra dello scandalo riguarda uno storico edificio torinese: l’ex palazzo Enel di via Bertola 40 che Equitalia nord ha acquistato quest’estate per oltre 31 milioni di euro per farne la propria sede torinese. «È una notizia scioccante, uno scandalo spiega Goffi, che questa sera porterà la sua denuncia in tv, nella trasmissione «Ultima parola» su Rai2 mentre l’Agenzia delle Entrate di Torino (ndr l’Agenzia delle Entrate è proprietaria del 51 per cento di Equitalia, l’altro 49 per cento è dell’Inps) è investita dalla bufera giudiziaria che la vede coinvolta nello scandalo di “aiuti” a imprenditori amici nel corso di alcuni accertamenti fiscali, mentre in Piemonte ci sono oltre 100 mila auto bloccate da Equitalia con le ganasce fiscali a fronte di oltre 50 mila iscrizioni di ipoteche su immobili, mentre il presidente del Consiglio Monti chiede rigore e sobrietà, mentre si chiedono sacrifici ai contribuenti ed è drammatica la condizione in cui versano migliaia di famiglie, questi non trovano di meglio che comprarsi un palazzo extralusso. Un fatto che dimostra come apparati dello Stato vivano ormai su un altro pianeta distante anni luce dalla realtà».
Per questo Goffi ha presentato una ordine del giorno in Regione, (e il parlamentare Mauro Libè un’interrogazione urgente alla Camera) “affinché Cota intervenga direttamente presso la presidenza del Consiglio per chiedere spiegazioni su un esborso così rilevante, quanto inopportuno, tanto più dopo che la Regione si era già espressa per ottenere che le sanzioni e gli interessi (ovvero i profitti di Equitalia che in Piemonte ammontano a circa 100 milioni) restassero sul nostro territorio». Conclude Goffi: «Equitalia è una partecipata del ministero del Tesoro, come il Demanio. Perché per la sua sede non ha scelto una delle tante strutture statali dismesse in questa città, invece di acquistare da un privato a cifre così importanti?”.
Già perché il contratto firmato il 12 luglio scorso con un fondo proprietario dell’edificio (costruito nel 1915 e sede della cassa di Risparmio, poi di Sip e Enel) prevede un esborso da parte di Equitalia Nord Spa di 30.662. 500 euro (più Iva) di cui 29 miloni e 900 mila per l’edificio e il resto per 45 box auto destinati ai dirigenti. A questa cifra bisogna aggiungere i costi per la ristrutturazione e l’arredamento. Replica l’ufficio relazioni esterne di Equitalia: «Sull’immobile che ospita l’attuale sede in via Arcivescovado, noi paghiamo un affitto, a privati. Per questo si è deciso, non oggi, di patrimonializzare acquistando un immobile e portandolo in dote allo Stato. Quanto al prezzo pagato, è congruo in base ai valori di mercato».