Esami venduti. Pisani: “Inconcepibile. Così si attenta alla meritocrazia ed al diritto allo studio”
Cambiavano ed alteravano le «camicie» contraffacendo le firme dei docenti. Sotto inchiesta finiscono venticinque studenti e due impiegati della Facoltà di Giurisprudenza dell’ ateneo Federico II. E’ quanto emerge da un’indagone su esami venduti che ha portato la Digos di Napoli a notificare ventisette avvisi di chiusura indagine a studenti ed impiegati dell’ Università federiciana. I reati ipotizzati sono falso e corruzione.
“Inconcepibile, l’ennesimo scandalo – commenta l’avv. Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori.it -. Purtroppo nel mondo dell’Università esistono ancora reati che mettono a rischio il concetto di meritocrazia. Le Istituzioni e le forze dell’ordine devono rafforzare i controlli in merito ed emettere condanne più rigide per garantire, innanzitutto, la tutela degli studenti onesti che pagano le tasse e, in secondo luogo, far uscire dalle università laureati realmente competenti e preparati. Pagare per passare un esame vuol dire lasciar passare sempre i ricchi, quelli a cui basta sborsare soldi per ottenere qualsiasi cosa senza il minimo sforzo. Il mondo universitario dovrebbe essere più selettivo e far passare solo chi si impegna davvero. Il diritto allo studio appartiene a tutti i giovani ma deve essere rispettato fino in fondo con tutti i doveri che comporta”.