Esodati: il miraggio del “posto fisso” ai figli ha rovinato 500 famiglie
IL POSTO FISSO – Il posto in realtà è un part time: sono assunti agli sportelli e lavorano solo 15 giorni al mese per 700 euro. Ma con la riforma Fornero, la situazione è precipitata in un burrone senza scampo. Gli anni per maturare il diritto alla pensione sono diventati anche 9, perché o versi i contributi per arrivare alla pensione anticipata, oppure aspetti i 67 anni, e in media gli esodati ne hanno 58. È un dramma. I figli delle persone che abbiamo intervistato avevano già un lavoro dignitoso, ma hanno preferito licenziarsi e farsi assumere dalle Poste con uno stipendio di 700 euro, perché comunque è un posto a tempo indeterminato. Per un genitore assicurare un posto fisso al proprio figlio vale il sacrificio di una vita. È un corto circuito familiare: il padre non ha preso l’incentivo all’esodo per favorire il figlio, il figlio non può aiutare il padre con 700 euro al mese, il genitore dopo una vita tranquilla non vede il suo futuro.
IL PARERE DEL SINDACATO – Il progetto Svincolo è un’iniziativa di Poste Italiane applicato contro il parere del sindacato. La Cgil ha definito “una pratica medievale” la cessione del posto del padre al figlio, sottolineando che la professionalità non è un fatto genetico. Sotto accusa chiaramente non ci sono i lavoratori, ma l’azienda Poste. Questa proposta è un ricatto per chi ha “i figli da sistemare”, perché li mette in condizione di accettare un incentivo esiguo, quindi sacrificare la buonuscita per coprire gli anni che mancano alla pensione.
A completare l’opera è arrivata la riforma Salva Italia orientata a pareggiare il bilancio pubblico mentre per quello familiare si salvi chi può.