Estavillo, professione “querelator”
Erik Estavillo è uno studente californiano con qualche disturbo
psichico. Nulla che gli impedisca di passare ore davanti alle console
per videogiochi e al PC. Fa vita ritirata ma è molto attivo in Rete ed
è proprio il web ad incoronarlo “paladino dei diritti dei
videogiocatori”. Nell’intentare le sue cause legali non risparmia
nessuno e per avvalorare le sue tesi porta in aula, come testimoni,
alcune celebrità.
scorsa estate Sony gli ha vietato l’accesso al proprio servizio online
perché Estavillo aveva lasciato commenti poco graditi ai moderatori del
forum dedicato al gioco “Resistance”. Il ragazzino ha deciso di portare
in aula il produttore nipponico e, oltre a fare appello al Primo
Emendamento (che sancisce la libertà di parola), chiede un risarcimento
perché il suo account cliente aveva ancora un credito residuo di circa
20 dollari che, per via del divieto di navigare sul sito, non ha più
potuto recuperare. Il giudice approva la causa, che verrà dibattuta ad
inizio 2010, e accetta la richiesta di Erik: 180mila dollari di
risarcimento.
Non contento, lo studente di San Josè, parte
all’attacco di Nintendo e Microsoft. Secondo lui la console Wii non
consente di avvalersi di videogiochi non certificati che sono
scaricabili da Internet e la Xbox è rea di avergli creato non pochi
problemi con il videogame “Ring of Death” (vera grana per Microsoft,
che ha dovuto provvedere a migliorare la ventilazione di milioni di
console). Le aziende non sembrano molto preoccupate dalle azioni legali
di Estavillo ma lui non si dà per vinto e dice che, in sede di udienza,
riuscirà a dimostrare come le condizioni contrattuali poste dai
produttori non siano sufficienti a evitare loro il pagamento di un
milione di dollari a titolo di risarcimento.
Accusati tutti i
maggiori produttori di console, poteva escludere il PC? No, infatti nel
frattempo (la causa risale a fine novembre) si accorge che il gioco
“World of Warcraft”, prodotto dalla Activision, rallenta in modo
repentino. Sostiene che sia una tecnica pensata affinché l’azienda
incameri ulteriori introiti. Questi rallentamenti, sostiene Erik,
accentuano i disturbi mentali di cui soffre. In aula porterà due
testimoni d’eccezione che, dice, daranno maggiore spessore alla sua
teoria: Winona Ryder e Martin Lee Gore (dei Depehe Mode), anche loro
vittime di alienazioni psichiche simili alle sue e quindi capaci di
meglio illustrare alla giuria quali patemi possa provocare il
videogioco incriminato.