Più di cento euro, per la precisione 111,70. Tanto possono pesare le commissioni bancarie sull’estratto conto del dicembre 2010. Lo rivela una simulazione dell’Università Bocconi per il Corriere Economia . Dicembre è il mese peggiore dell’anno, quello sul quale le banche scaricano costi pesanti come il canone della carta di credito e la tenuta del dossier titoli. La cifra, insomma, non può essere moltiplicata per 12 per avere la spesa annua del conto. Ma è alquanto significativa.
«Nell’estratto conto di dicembre viene messo tutto, perciò è particolare – dice Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari in Bocconi, che ha curato l’indagine -. Dal nostro esame risultano evidenti, però, due cose: lo sportello si conferma il canale distributivo più costoso. E con i tassi attivi così bassi l’uso del conto corrente ha ormai costi nettamente superiori ai ricavi».
Il canone della carta di credito e i prelievi con il Bancomat o allo sportello, il pagamento dell’Ici e quello della rata del prestito personale, il bonifico su banche diverse dalla propria e il saldo delle bollette dell’Eni, della Telecom, dell’Enel; e ancora, le spese, elevate (50 euro), per la gestione del deposito di Bot, Btp e azioni.
Sono queste le voci che incidono di più sui costi del deposito bancario, quelle nascoste, da tenere d’occhio sull’estratto conto in arrivo in questi giorni. È il primo, fra l’altro, che avrà l’Isc, l’Indicatore sintetico di costo, il «cartellino del prezzo» indicativo, voluto dalla Banca d’Italia nel maggio del 2010, con cui fare il confronto per capire se si spende troppo.
Le commissioni sul conto corrente possono sembrare «peanuts», noccioline, ma messe tutte in fila diventano una somma importante, come le monetine di Zio Paperone. Se poi si aggiungono le spese dovute per le operazioni di chiusura mensile del conto – cioè gli interessi attivi (nel nostro caso, solo 6 centesimi di euro!) e quelli passivi (80 centesimi), la commissione per il fido (10 euro) e le spese di liquidazione (5 euro), quelle per ogni riga di scrittura (27 euro nei conti considerati, senza forfait), il canone per l’home banking (2 euro) e la quota mensile dell’imposta di bollo (2,85 euro) – il costo complessivo s’impenna da 111,70 a 159,29 euro. Con una forbice dei tassi che resta apertissima: il rendimento medio del conto esaminato è dello 0,10%, contro un tasso d’interesse passivo del 12,50%.
L’ indagine della Bocconi ha coinvolto 12 banche: Ubi, Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl, Credem, Banca Sella, Carige, Cariparma, Banco Popolare, Antonveneta, Bpm. Sono stati considerati i conti ordinari, per semplicità di confronto. Si è ipotizzato un conto (vedi grafico) con saldo iniziale di 512 euro, che chiude con un rosso di 683 euro: i 159 euro di commissioni pesano per quasi un quarto.
Su questo conto-tipo è stato accreditato uno stipendio di 1.550 euro e sono stati versati due assegni, sono pagate le rate di un mutuo e di un prestito, l’Ici e le bollette. Le operazioni, in tutto, sono 21: di queste, 15 generano commissioni. Ecco come scovarle, con una regola per risparmiare: mettere piede in banca il meno possibile. Per pagare e prelevare.
Le carte
Il canone della carta di credito resta uno dei costi maggiori da pagare a fine anno: 30 euro in media, con picchi fino a 36 euro. È una spesa che si sopporta sia che si usi la carta, sia che non la si usi. Allo stesso modo, nei conti ordinari (non in quelli a pacchetto, in genere) si paga la tessera del Bancomat: 10 euro nel nostro caso, ma il massimo arriva a 15.
Il Bancomat
Se pagare nei negozi con il Bancomat (il Pagobancomat) non genera commissioni, continuano invece a essere costosi i prelievi. Per ritirare soldi allo sportello automatico in una banca diversa dalla propria si spendono 2 euro: nel nostro caso, è l’1% di un prelievo di 200 euro. È tanto, soprattutto perché da novembre, su intervento dell’Antitrust, i prezzi all’ingrosso delle operazioni Bancomat sono scesi. Il costo vivo per la banca è solo di 56 centesimi: un quarto rispetto a quanto chiesto alla clientela. L’alternativa è prelevare al Bancomat della propria banca, dove il costo è zero. Mai, però, allo sportello fisico, in agenzia: dove per avere i propri soldi si devono sborsare fino a 3 euro. Nella nostra simulazione, per prelevare 150 euro se ne pagano 2: il 3%.
Le bollette
Il pagamento delle utenze va valutato con cura, perché spesso genera un addebito. Se è con domiciliazione, di solito è gratis, ma in qualche caso si paga fino a 1,5 euro. Anche saldare luce, telefono e gas via Internet ormai comporta una spesa: fra 80 centesimi e 2 euro. Ciò che non va mai fatto è pagare le bollette allo sportello fisico, in filiale: il costo può schizzare a 5 euro.
I prestiti
Attenzione anche al mutuo e al prestito personale. Mentre il pagamento delle rate di un finanziamento immobiliare (emesso dalla stessa banca) raramente richiede commissioni (nel caso, fino a 1,25 euro), per quello personale è il contrario. Nel nostro estratto conto, il cliente paga 1 euro, ma si può arrivare a un euro e mezzo.
I bonifici
Ed eccoci al salasso, il bonifico. Assolutamente da evitare, anche questo, allo sportello fisico. Se è su altra banca, infatti (e con addebito in conto, attenzione: se fosse per contanti costerebbe ancora di più, oltre 8 euro) si paga fra i 3,5 euro, com’è nella nostra simulazione, e i 5 euro. Meglio l’online. Anche qui i costi sono saliti, ma ce la si può cavare con una spesa di un euro-un euro e mezzo.
Il deposito titoli
E veniamo all’ultima voce che incide parecchio a fine anno. La gestione e l’amministrazione di un dossier con titoli di Stato e azioni porta sull’estratto conto di dicembre, nel nostro caso, una spesa di 50 euro.
Morale: l’alternativa per non essere schiacciati dal conto corrente è una sola, le banche online. Ma Caselli suggerisce anche una nuova «clausola intelligente» a quelle tradizionali: «Propongano conti, a fasce di clientela come i giovani e gli anziani, nei quali sia messo per iscritto che i costi non possono superare i ricavi».