Eternit, a Torino via al maxi processo per l’amianto: 3mila le vittime
TORINO (10 dicembre) – Si è aperto oggi a
Torino, con quasi 3.000 parti lese, il maxi processo Eternit contro i
due responsabili della multinazionale, lo svizzero Stephan Schmidhaeny
e il belga Louis De Cartier, accusati delle morti legate alla
lavorazione dell’amianto nelle sedi italiane.
I due imputati non sono presenti e sono stati dichiarati contumaci. Il
presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore è subito passato ad
affrontare le questioni tecniche legate ai responsabili civili: la
prima di esse a essere interpellata è la presidenza del Consiglio
(citata da una signora di Casale Monferrato), i cui avvocati si sono
costituiti per chiedere di essere esclusi.
L’udienza si svolge nella maxiaula 1, che è stipata di avvocati e
giornalisti delle televisioni. Nella maxiaula 5 si stanno radunando le
persone che intendono costituirsi parte civile. In aula magna,
collegata in videoconferenza, ci sono invece le parti civili (oltre
700) già costituite all’udienza preliminare. Le parti lese elencate nel
capo d’accusa sono quasi 2.900.
«Il processo sarà giusto – ha detto il pubblico ministero Raffaele
Guariniello alle tivù prima dell’apertura dei lavori – e i suoi tempi
saranno quelli giusti per dare giustizia sia alle vittime che agli
imputati».
Sono state almeno un centinaio le persone, provenienti dall’Italia e
dall’estero, che hanno manifestato di fronte al tribunale prima
dell’inizio del dibattimento del più grande processo d’Europa. Con
parecchi pullman sono poi arrivati i parenti delle quasi 3 mila vittime
dell’amianto, le quasi 700 parti civili, sindaci e amministratori della
zona di Casale Monferrato, dove aveva sede il più grande stabilimento
italiano della Eternit.
Tanti gli striscioni esposti, tra i quali quelli delle associazioni
vittime dell’amianto di Italia, Svizzera e Francia. «Signor Stephan
Schmidheiny: la attendiamo anche in Svizzera», è lo striscione
dell’associazione svizzera delle vittime dell’amianto, appeso alla
cancellata del tribunale e circondato dai nomi di alcune delle vittime
Eternit.
Di fronte al tribunale si stanno inoltre radunando i partecipanti al
corteo organizzato dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di
lavoro, in concomitanza con l’apertura del processo e a pochi giorni
dal secondo anniversario del rogo della Thyssenkrupp. Vi aderiscono,
oltre ai sindacati e alle associazioni dei lavoratori, anche i giovani
dei centri
sociali. Presenti numerosi rappresentanti dei lavoratori delle vittime
della Eternit di Svizzera, Francia e Belgio. «Un solo essere umano – si
legge sullo striscione dei minatori francesi – ha più valore che tutto
l’amianto e il profitto del mondo».