Euro falsi, pioggia di monete a Napoli Denaro contraffatto nei supermarket
NAPOLI
(15 aprile) – Il segnale più inquietante viene dai centri commerciali e
dai supermercati. È qui che si sono registrati i primi segnali di un
fenomeno che ciclicamente – e guarda caso con cadenze precise, quasi
sempre le stesse – si ripropone: lo spaccio di monete false. Napoli
torna ad essere invasa dagli euro contraffatti. Ma questa volta la
particolarità è che i falsari hanno scelto le monete, preferendole alle
banconote.
Dal Vomero a Chiaia, le zone a maggior vocazione commerciale di Napoli,
parte l’allarme euro falsi. Otto segnalazioni tra gli esercizi
commerciali di Chiaia, addirittura una quindicina dalla zona collinare.
Qualcuno ha immesso sul mercato una valanga di monete da 50 centesimi e
da due euro (in misura nettamente minore, pare, quella da un euro)
perfettamente imitate rispetto agli originali. I particolari dei
disegni, i rilievi, persino le godronature che danno quell’effetto
zigrinato al tatto dei polpastrelli, trraggono in inganno anche un
occhio attento. Il guaio è un altro.
Quando si riceve moneta, il che accade generalmente dopo aver fatto una
spesa – con il resto – abbiamo tutti l’abitudine di mettere in tasca o
nel borsellino i pezzi di moneta. A limite, dedichiamo loro un rapido
sguardo solo per capire se i tagli sono quelli giusti. Da oggi questo
potrebbe non bastare più. A meno di non voler coirrere il rischio di
ritrovarci sommersi da monete di euro false. Il fenomeno è ben noto
alla Guardia di Finanza, che nelle ultime settimane ha intensificato un
attento lavoro di investigazione e di intelligence.
Gli esperti del comando provinciale di Napoli, diretto dal generale
Luigi Mainolfi, sanno anche bene che i falsari normalmente entrano in
azione in particolari momenti: soprattutto prima di Natale e nel
periodo delle feste di Pasqua. L’ultimo appuntamento, a quanto pare,
sembra essere stato puntualmente rispettato. A qualcuno è addirittura
capitato di vedersi rifilare 50 centesimi falsi nel resto di un
distributore automatico di sigarette, nell’area della periferia nord
cittadina.
Un fenomeno «a macchia di leopardo», quello della immissione di monete
false sul territorio del capoluogo campano e della provincia. Spiega un
investigatore: «È la tattica tipica di chi spaccia moneta contraffatta:
si testano prima alcune zone, mettendo in circolazione una prima
piccola partita di denaro falso; se la moneta comincia a circolare,
allora vuol dire che il risultato è positivo e si può proseguire. Al
primo intoppo, invece, i falsari spariscono o cambiano aria».
Difficile al momento quantificare il giro di affari illeciti. Ma
sarebbe un errore credere che, per il solo fatto che si tratti di
valori minori rispetto a quelli impressi sulle banconote, per i falsari
il guadagno non sia imponente.
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