Evade il fisco a tre mesi di età. Le cartelle pazze di Equitalia
Il fisco non conosce indirizzi. Ma nella storia che stiamo per raccontarvi dimostra anche di dimenticare, nella foga di perseguitare i contribuenti furbetti,il buon senso che dovrebbe animare ogni azione. E così Equitalia finisce per notificare un’ingiunzione di pagamento a una bambina di nove anni che, stando alla cartella esattoriale recapitata all’indirizzo dove vive con il padre, a soli tre mesi aveva già evaso il fisco. Non ci credete? Fate male. E’ tutto vero.
«Quando ho ricevuto per posta la documentazione di Equitalia – racconta il papà della piccola, un conosciuto imprenditore reatino – sono rimasto sbigottito. L’ufficio recupero crediti della sezione civile del Tribunale di Genova chiedeva il pagamento da parte di mia figlia della somma di euro 436.32 per un debito contratto in solido con la Lloyd Adriatico Holding del capoluogo ligure e relativo a imposte di registro di atti giudiziari non pagate. Il tutto per una pratica risalente al 2003, ossia quando mia figlia era ancora in fasce. Inizialmente ho creduto ad un errore di nominativo, ma la cartella riporta i dati esatti di mia figlia, con tanto di codice fiscale ed indirizzo corretti». Insomma, un avviso di pagamento di maturato debito di quasi 500 euro tra tasse, penali e interessi notificati ad una bambina di nove anni che all’epoca del procedimento aveva tre mesi, soli tre mesi di vita.
Probabilmente un errore di omonimia, determinato dal mancato controllo dei dati anagrafici del soggetto debitore da parte di Equitalia. Ma per correggerlo, ed è qui l’assurdo, il papà della bimba di nove anni dovrà impegnarsi assai. Attualmente sta svolgendo indagini assieme al suo commercialista per far luce su una situazione grottesca. E chissà quando ne verrà a capo?