Evasione, stretta delle Entrate sulle filiali estere delle banche
Nuova spinta alla lotta ai paradisi fiscali. Anche le filiali estere delle banche italiane e degli altri intermediari finanziari
residenti nel nostro Paese stabilisce una nuova circolare dell’Agenzia
delle entrate «sono tenute a inviare i dati relativi ai rapporti
intrattenuti e alle operazioni effettuate dalla propria clientela
italiana all’archivio dei conti correnti dell’Agenzia delle entrate».
Le informazioni potranno anche essere usate «per verificare se i
cittadini italiani hanno depositato i soldi all’estero comunicandolo al
Fisco nel quadro Rw della dichiarazione dei redditi».
L’archivio – spiega l’agenzia – è alimentato al momento «dalle
comunicazioni relative ai rapporti continuativi intrattenuti con la
clientela esistenti, ancorchè cessati, a partire dalla data del primo
gennaio 2005, alle operazioni poste in essere al di fuori di un
rapporto continuativo (extra-conto), con l’esclusione delle operazioni
di versamento effettuate tramite bollettino di conto corrente postale
per un importo unitario inferiore a 1.500 euro, nonchè ai rapporti
diversi da quelli intrattenuti con i titolari dei rapporti continuativi
o delle stesse operazioni extra-conto (procure e deleghe)».
L’obbligo di effettuare le comunicazioni – conclude l’Agenzia delle entrate – riguarda le banche, Poste italiane, gli intermediari finanziari, le imprese di investimento,
gli organismi di investimento collettivo del risparmio, le società di
gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario.