Evita l’Irap il professionista che denuncia una bassa quota di ammortamento dei beni strumentali
Mentre il mondo politico discute sulla praticabilità dei tagli
sull’Irap, il contenzioso continua a tenere impegnata la sezione
tributaria della Cassazione: stavolta la ruota gira a favore del
contribuente, che evita l’imposta regionale sulle attività produttive
grazie alla bassa quota di ammortamento denunciata per i beni
strumentali all’esercizio della sua professione. È quanto emerge dalla
sentenza 22264/09. La cartina al tornasole per verificare
l’imponibilità Irap a carico di artigiani e professionisti – insegna la
giurisprudenza di legittimità – resta sempre il requisito dell’autonoma
organizzazione: l’obbligo di versare il tributo scatta quando il contribuente è il responsabile di un’organizzazione (con esclusione delle strutture con vincolo di subordinazione a terzi) e
si serve, oltre che di lavoro altrui, di beni strumentali che nel suo
specifico settore di attività vanno oltre il minimo necessario secondo
una massima di comune esperienza. Ha sbagliato, nella specie, il
Fisco a non riconoscere il rimborso dell’imposta per ben quattro
annualità al lavoratore autonomo senza dipendenti né collaboratori a
qualunque titolo. Il contribuente, un ingegnere, svolgeva infatti la
sua professione fidando unicamente sulle sue energie intellettuali. E
la dimostrazione arriva proprio dalla sua dichiarazione dei redditi:
dalla bassa quota di ammortamento dei beni strumentali si deduce un
investimento molto modesto in materia, e di conseguenza bisogna
escludere la disponibilità di mezzi superiore al minimo che fa scattare
l’imposizione fiscale.