Ex impiegato Finanze dopo 23 anni ottiene l’udienza
Ha atteso 23 anni per fissare un’udienza
della Commissione tributaria centrale per dirimere una vertenza. E’
accaduto a un ex impiegato del ministero delle Finanze. Luigi Marcianò,
ora pensionato 78enne, negli anni Settanta chiese una indennità
integrativa speciale sullo stipendio e la restituzione di somme
indebitamente versate all’erario nella dichiarazione dei redditi, ma
non gli fu concessa. Così adì le vie legali arrivando fino a oggi.
A
render nota la vicenda è l’avvocato Giacinto Canzona, legale
dell’impiegato. Marcianò aveva circa quaranta anni quando da
funzionario del ministero chiese all’amministrazione una ulteriore voce
sullo stipendio chiamata (allora) indennità integrativa speciale e la
restituzione di somme indebitamente versate all’Erario, nella
dichiarazione dei redditi, tra gli anni 1974 e 1978.
Di fronte
al diniego del proprio datore di lavoro pubblico, nel 1983 ricorre alla
commissione tributaria provinciale che nel marzo 1986 riconosce il
diritto del Marcianò al rimborso. Con ricorso dell’intendenza di
finanza viene proposta impugnativa alla commissione tributaria
centrale: è l’11 ottobre 1986.
Marcianò si costituisce in
giudizio e chiede che venga stabilita, quanto prima, l’udienza per
definire la questione. Passano 23 anni, e finalmente viene fissata la
prima udienza. E’ il 17 marzo scorso, quando alle ore 9.30, si inizia a
prendere in esame il caso.
“Speriamo solo che non passino
altri vent’anni”, spiega l’avvocato Canzona. Nel frattempo, però, il
signor Marcianò non è più in salute come una volta. E rischia di non
poter mai veder finita la sua battaglia. “Naturalmente sarà invocata la
legge Pinto – ha aggiunto il legale – visto che una recentissima
sentenza della Cassazione ha elevato a 1.000 euro l’indennizzo dovuto
dallo Stato al cittadino per ogni anno di ritardo dovuto agli uffici
giudiziari”.