Facebook, gruppo contro bambini down. Pisani per la Regione propone una legge che punisca chi fomenta idee razziste
Facebook, strumento di comunicazione virtuale, può diventare anche messaggero di idee spaventose e razziste.
È il caso del gruppo «Giochiamo al bersaglio con i
bambini down» e conta circa 1000 iscritti. “È impensabile che possa esistere un gruppo del genere, o meglio, è impensabile che a qualcuno sia venuta un’idea del genere, cioè, di creare un gruppo razzista nei confronti delle persone con la sindrome di Down”.
È quanto dichiarato dall’avvocato Angelo Pisani,
Presidente Nazionale dell’associazione Noi Consumatori.it e candidato alla Regione con la lista della società civile Noiconsumatori.it che commenta tristemente l’accaduto. Il fondatore,
con un profilo anonimo, si chiama «Il vendicatore
mascherato» e non si capisce da dove scriva, sebbene sia intervenuta la Polizia Postale.
Riportiamo la descrizione del gruppo affinché si capisca il tono con cui il gruppo si presenta: «I
bambini down sono solo un peso per la nostra società… Dunque cosa
fare per risolvere il problema? Come liberarci di queste creature in
maniera civile? Ebbene si signori… io ho trovato la soluzione: Esso
consiste nell’usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei
poligoni di tiro al bersaglio». Il problema è che il gruppo non può essere oscurato subito, ma ci vorrà qualche giorno. Intanto, in risposta, è nato un gruppo a difesa delle persone diversamente abili, in particolare con la sindrome di Down, chiamato “Segnaliamo il gruppo : GIOCHIAMO AL TIRO AL
BERSAGLIO CON I BAMBINI DOWN”, che conta quasi 2000 iscritti. Riportiamo, adesso, un commento che ci ha particolarmente colpito : «a parte la dolcezza che possono avere…. o le
persone in se che sono…io ho una sorella down…. e guai a chi me la
tocca…. ma a quelle persone ignoranti che si sono permesse di creare
un gruppo del genere…gli auguro il peggio e che la loro vita sia
piena di sofferenza».
L’utilizzo improprio di Facebook segue, sebbene in maniera distinta, la polemica sul
continuo uso del termine «mongoloide», come insulto reciproco, fra i
concorrenti del reality show Grande Fratello. L’episodio era stato denunciato
dall’Associazione Italiana Persone Down, fino alle scuse della conduttrice Alessia Marcuzzi.