Facebook sotto inchiesta: attenzione a ciò che scrivete!
“Vigili urbani mafiosi e corrotti”. La
frase, che circola su Facebook, è finita sotto gli occhi di un agente
del Corpo di polizia locale di Cortina d’Ampezzo e la denuncia è
partita a colpo secco. Il più grande social forum del momento finisce
così sotto inchiesta.
Ad indagare sulla diffamazione on-line,
veicolata da Facebook, è la polizia postale del compartimento di
Venezia dove sono state accentrate le decine di denunce arrivate da
privati e da pubbliche istituzioni di tutto il Veneto. Sulla delicata
inchiesta vige il massimo riserbo. Il dirigente della polizia locale di
Cortina, Nicola Salvato, si limita a rispondere che «spetterà ora alla
polizia postale risalire ai colpevoli e stabilire le ipotesi di reato
precise». Si va dalla diffamazione all’ingiuria fino alla calunnia.
«Non
c’è un caso specifico che riguardi Cortina – spiega ancora il dirigente
in risposta alle nostre domande -, anche se di episodi pesanti nei
nostri confronti ce ne sono stati parecchi, tuttavia quegli insulti
profferiti on-line hanno davvero passato il segno. La critica la si può
sempre accettare, così come lo sfogo di un cittadino, ma c’è un limite
che non deve mai essere superato. Ci hanno dato dei corrotti e dei
mafiosi e questo non lo possiamo accettare».
Di certo la
piazza di Cortina, con il suo carico di Vip, diventa spazio ideale sul
quale malignare e insinuare oscuri intrecci di potere. E proprio per
questo le offese bruciano ancor di più. Le indagini procedono serrate e
affrontano un campo ancora poco esplorato, carico di insidie e di
carenza giuridica. La stessa classificazione della diffamazione,
semplice o a mezzo stampa, risulta controversa visto che al momento
internet non rientrerebbe nella sfera più grave del “mezzo stampa”,
restando quindi reato di competenza del giudice di pace.