Falso cieco assolto in tribunale
Era finito in tribunale con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato perché, come cieco, percepiva l’indennità di invalidità dall’Inps ma andava in bicicletta. Il pensionato ferrarese è stato però assolto “perché il fatto non sussiste” dal giudice Alessandro Gnani. Il suo legale è riuscito con il classico cavillo giuridico a far applicare una legge secondo cui si può parlare di cecità legale con una forte riduzione del campo visivo.
A nulla, dunque, sono valse le indagini degli ispettori della Guardia di Finanza, che avevano filmato il pensionato non solo mentre andava in bicicletta, ma anche mentre era alla guida di una vettura, con tanto di patente rinnovata. Il legale dell’uomo, infatti, è riuscito a dimostrare che, applicando la legge 138 del 2001, si può parlare di cecità legale e previdenziale anche solo in presenza di una forte riduzione del campo visivo, sotto il 3%, come indicato dal consulente medico-oculista del pensionato.
Ma non è tutto qui. Il processo, infatti, ora potrebbe avere un’ulteriore paradosasle coda legale. L’avvocato ha intenzione di chiedere per il suo cliente, finto-vero cieco, non soltanto il rimborso all’Inps delle indennità che non percepisce da oltre un anno, ma anche i danni.
La vicenda inizia nel 2003, quando il pensionato si presenta alla visita medico-legale collegiale dell’Inps che stabilisce la sua totale e assoluta cecità. Dal 2004 in poi, però, dopo essersi sottoposto a interventi chirurgici agli occhi, riacquista parzialmente la vista solo in un occhio, con un campo visivo molto ridotto. Un limite che non gli impedisce però di andare in bici, di ottenere il rinnovo della patente e di finire nel mirino degli ispettori della Gdf. Dopo essere stato indagato e rinviato a giudizio si è così arrivati al processo. Ora il giudice però lo ha assolto e potrà continuare ad andare in bici e a guidare percependo la pensione di invalidità.