Falso straordinario: anche un’ora in più è tentata truffa
Scatta il tentativo di truffa ai danni della
P.A. se il medico indica un numero di ore di lavoro straordinario
superiore al reale, anche se si tratta di un’ora o poco più; la condotta è intrinsecamente offensiva poiché induce il datore di lavoro a un conteggio erroneo delle ore da retribuire.
Un’ora in più sul foglio presenze
I
giudici con l’ermellino della seconda sezione penale non hanno avuto
dubbi nel confermare, con la sentenza n. 2772, la condanna per tentata
truffa nei confronti di un medico del presidio territoriale emergenze
colpevole di avere falsamente attestato sul foglio presenze giornaliero
di essere stato in servizio un’ora in più del tempo effettivamente
osservato.
Il processo
Il tribunale lo aveva
considerato un arco temporale troppo breve per essere meritevole di
condanna e aveva assolto il medico per insussistenza del fatto. Di
contrario avviso la Corte d’Appello che invece lo aveva condannato
sulla base del fatto che il medico alcuni giorni dopo aveva fatto
recapitare, all’ufficio preposto al conteggio delle ore lavorative, una
rettifica con cui indicava l’esatto ammontare delle ore lavorate.
Anche
la Corte Suprema, a cui il medico s’è rivolto invano, ha trovato di
apprezzabile offensività anche l’aver indicato falsamente una sola ora
di lavoro in più.
Sostanzialmente il raggiro era già perfettamente compiuto e astrattamente tale da mettere in moto il procedimento contabile che
sarebbe sfociato nell’erogazione della retribuzione. Lo testimonia il
fatto che il medico si sia visto costretto nei giorni dopo a
«rettificare» le sue dichiarazioni.