Fare la linguaccia è un’ingiuria incide sull’onore ed è reato
ROMA – Fare sberleffi, smorfie e linguacce è reato e può costare
una condanna per ingiuria. Lo afferma la Cassazione che ha confermato
la condanna al risarcimento dei danni nei confronti di un agricoltore
marchigiano che era entrato nel campo del vicino, con il quale aveva
frequenti litigi, e gli aveva fatto la linguaccia. L’altro lo aveva
fotografato e con l’immagine dello sberleffo in mano era andato a
denunciarlo al giudice di pace di Fabriano (Ancona).
Carlo O., 41 anni, era stato assolto dal reato di “ingresso abusivo
nell’altrui fondo”, e condannato invece per ingiuria, “commessa non
verbalmente ma mediante una smorfia del volto, e fotografata dalla
persona offesa”. L’imputato, quindi, si era rivolto alla Suprema Corte
sostenendo che il suo gesto era solo una smorfia che non aveva alcun
valore offensivo. Ma la Cassazione – con la sentenza 48306 – gli ha
dato torto e ha convalidato la decisione emessa, il 13 febbraio 2008,
dal giudice di pace.
Adesso Carlo O. dovrà risarcire il vicino per avergli mostrato la
lingua. Secondo piazza Cavour infatti la semplice smorfia è “idonea a
incidere sul decoro e sull’onore della vittima” e dunque si ha diritto
anche al risarcimento dei danni, la cui entità sarà decisa nel corso di
una causa civile. Intanto l’imputato si tiene la condanna per il reato
di ingiuria e dovrà inoltre sborsare 1.300 euro per le spese
processuali sostenute dall’avversario.