Il governo vuole rassicurare i cittadini. Il federalismo non comporterà obbligatoriamente l’introduzione di nuove tasse o di aliquote più elevate delle vecchie imposte. «Le addizionali non sono un obbligo ma una facoltà e la scelta dipenderà dai cittadini. Il cittadino potrà dire all’ente locale: non mettere le addizionali, non abusare con le imposte, perchè puoi dare servizi migliori a costi minori. Per gli amministratori quello delle addizionali non è più un meccanismo obbligatorio». Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti intervenendo alla ventesima edizione del Convegno del «Sole 24 Ore Telefisco», riferendosi allo sblocco delle addizionali locali. «Sarà la prima riforma fiscale del nuovo secolo e sarà l’Italia a farla» ha sottolineato Tremonti.
FINANZA LOCALE – La riforma del federalismo fiscale è stata frenata da logiche politiche ha detto ancora Tremonti. «Il federalismo municipale è in Parlamento dal 5 agosto, com’è che oggi – ha osservato Tremonti – viene chiesta un’ulteriore riflessione?». «L’Italia è in Europa l’unico Paese che non ha finanza locale: molte imposte sono chiamate locali ma in realtà sono statali. L’Italia – ha aggiunto Tremonti – era più federalista ai tempi del fascismo che oggi. Allora c’erano tanti tributi locali e funzionavano da criterio di controllo democratico sugli amministratori da parte dei cittadini. Certo c’erano anche sugli abusi».
PROCESSO RIFORMATORE – Il federalismo fiscale ha spiegato ancora Tremonti, «non inizia e finisce oggi, è iniziato da un po’ di tempo, ha avuto una legge delega votata da quasi di tutti e sta andando avanti ma non è un processo che si chiude domani, continuerà: è un modo per modernizzare e moralizzare questo Paese. Non è un passaggio che si chiude adesso e che inizia adesso – ha aggiunto – è un grande processo riformatore che inizia e si svilupperà nei prossimi anni».