Fecondazione, ricorso alla Consulta “Incostituzionale il no all’eterologa”
Il divieto di fecondazione eterologa, previsto dalla legge 40, «condiziona» la «possibilità delle coppie eterosessuali sterili o infertili» di «poter concorrere liberamente alla realizzazione della propria vita familiare». Lo scrivono i giudici di Milano che hanno sollevato la questione di incostituzionalità della legge davanti alla Consulta.
La legge 40 vieta alle coppie sterili di ricorrere alla donazione di spermatozoi o ovociti da parte di persone esterne alla coppia o il ricorso a banche del seme per ottenere fecondazioni in provetta.
Il tribunale di Milano «ha emesso un’ordinanza che solleva la questione di legittimità costituzionale di fronte alla Consulta», annuncia all’Adnkronos Maria Paola Costantini, avvocato della coppia infertile che si è rivolta ai giudici lombardi per avere accesso all’eterologa, poiché l’uomo è colpito da azoospermia. Nel maggio 2012, la Corte costituzionale, investita della questione, aveva deciso che sarebbe stato compito dei tribunali ordinari di Firenze, di Catania e di Milano accertare, alla luce della sentenza della Corte di Strasburgo, «se ed entro quali termini permanga il denunciato contrasto», che li aveva spinti a sollevare davanti alla Consulta la questione di legittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa. Una sorta di `restituzione degli atti´ ai tribunali ordinari, alla luce della sentenza della Grande Camera del 3 novembre 2011, decisa affinché procedessero «a un rinnovato esame dei termini delle questioni».
La Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo aveva legittimato, di fatto, il no al ricorso alla donazione di ovuli e sperma in vitro per avere un figlio stabilito da un Tribunale austriaco, che aveva impedito a due coppie il ricorso a tecniche di fecondazione eterologa. La nuova ordinanza «è una buona notizia – commenta Costantini – e dimostra che la questione non è affatto chiusa anzi, si è di nuovo sbloccata. Ora si tratta di esaminare il problema alla luce del diritto europeo, ma soprattutto di quello italiano. Presumibilmente l’udienza della Consulta sarà fissata fra giugno e settembre», conclude.
Fonte: www.lastampa.it