Fede nel divorzio. La Sacra Rota annulla il matrimonio, il giudice no
Se i cattolici, pur favorevoli in linea astratta al
divorzio, si sposano in chiesa, lo fanno con la convinzione di
contrarre un vincolo indissolubile. Pertanto il giudice ordinario non è tenuto ad annullare un matrimonio celebrato in chiesa e poi dichiarato nullo da un tribunale ecclesiastico sul presupposto che i coniugi fossero favorevoli al divorzio.
Il caso
I giudici ermellini, con la
sentenza n. 10657, non si prestano al gioco degli annullamenti facili e
bocciano il ricorso con il quale un coniuge romano, dopo un matrimonio
di lungo corso celebrato in chiesa, chiedeva il riconoscimento della
decisione di nullità del matrimonio concordatario pronunciata dal
relativo tribunale ecclesiastico.
Davanti ai giudici canonici lo
stesso aveva sostenuto di aver sempre avuto una riserva mentale nei
confronti della indissolubilità del vincolo matrimoniale e che tale sua
riserva era nota alla moglie, tant’è che la coppia aveva brindato
all’esito del referendum del 1974 sul divorzio.
Motivazioni insufficienti
L’annullamento
era già stato rifiutato dalla Corte d’Appello di Roma. La Cassazione
conferma la posizione osservando che è del tutto irrilevante sia
il dettaglio del brindisi sia la circostanza che la moglie fosse
consapevole della posizione del futuro marito favorevole in via di
principio al divorzio.