Fiat, accordo separato su Pomigliano No della Fiom. Referendum il 22 giugno
Accordo separato sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno firmato il nuovo documento, integrato, presentato dal Lingotto. La Fiom ha confermato il suo no.
Referendum il 22. I sindacati dei metalmeccanici firmatari dell’accordo sullo stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco hanno promosso un referendum tra i lavoratori che si terrà il prossimo martedì 22 giugno. Lo riferiscono al termine dell’incontro che si è tenuto in Confindustria.
Tremonti: è la rivincita dei riformisti. L’accordo su Pomigliano «è la rivincita dei riformisti su tutti gli altri». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso della presentazione di un libro di Maurizio Sacconi e Gianni De Michelis.
Sacconi: accordo importante. «Un accordo straordinariamente importante: perché la Fiat ha deciso di procedere ugualmente, perché ha pensato che questa intesa fosse sottoscritta da organizzazioni che rappresentano la maggioranza dei lavoratori. Mi auguro che la Fiom e la Cgil non vogliano ostacolare questo percorso». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, parlando a margine di un convegno a roma sull’accordo separato firmato oggi su Pomigliano.
La Uilm: accordo non sblocca investimenti. «L’accordo di oggi non sblocca gli investimenti» pari a 700 milioni di euro circa della Fiat per lo stabilimento di Pomigliano «che sono legati all’esito del referendum tra i lavoratori». Lo ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine dell’incontro che si è concluso con un accordo separato. «La Fiat ci ha detto – ha spiegato – che bloccherà gli investimenti quando la stragrande maggioranza dei lavoratori dirà sì all’intesa». I lavoratori «devono capire – ha sottolineato – che la posta in gioco è molto alta».
Brunetta: uso improprio della Costituzione della Fiom. Il riferimento alla Costituzione da parte della Fiom è «inaccettabile» e rappresenta «un uso improprio» della Carta fondamentale. È quanto sostiene il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, parlando della posizione del sindacato dei metalmeccanici sull’accordo. Brunetta, nel corso del suo intervento a un convegno organizzato dalla fondazione Magna Carta, commentando le argomentazioni della Fiom, ha affermato: «Mi sembra si faccia un uso improprio della Costituzione, tutti hanno i loro diritti però questo mi pare eccessivo». E ha aggiunto: «Dire no all’accordo perché violerebbe diritti costituzionali, solo perché si vuole proibire l’assenteismo ingiustificato e gli scioperi individuali finalizzati al non rispetto di accordi sindacali, è assolutamente fuori luogo e inaccettabile».
La fim: era una cosa sensata da fare. «Abbiamo fatto l’unica cosa sensata che un sindacato poteva fare, assicurando lavoro e reddito per i lavoratori e le famiglie». Lo ha affermato il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina, al termine del tavolo tra azienda e sindacati. «Abbiamo fatto l’accordo per portare investimenti e sviluppo produttivo a Pomigliano», ha sostenuto Farina, sottolineando comunque quanto la trattativa sia stata «impegnativa». «Abbiamo provato fin dal primo giorno ad avere la firma anche della Fiom, ma non ci siamo riusciti», ha detto il numero uno della Fim. Farina ha sottolineato, inoltre, il fatto che «le commissioni e i comitati paritetici, previsti nel piano, possono garantire il rispetto delle esigenze non solo dell’azienda, ma anche dei lavoratori. I sistemi sanzionatori riguardano solo i sindacati che sono inadempienti e non i singoli lavoratori. Quindi – ha aggiunto riferendosi alle critiche della Fiom – non c’è nulla di anticostituzionale. C’è un accordo che prevede certamente delle deroghe, deroghe che sono già presenti in altri accordi».
Il no della Fiom. «È un testo irricevibile, che va oltre le questioni relative allo stabilimento, che pone problemi seri di contrasto alla Carta costituzionale per quanto riguarda il diritto di sciopero,e deroga alle leggi e al contratto nazionale». Così il responsabile del settore auto della Fiom, Enzo Masini, ha motivato il no all’accordo su Pomigliano. «Lavoratori – ha aggiunto – sono messi in condizione di ricatto. E anche un referendum non è possibile sotto la minaccia di chiusura di uno stabilimento. Questo – ha aggiunto – è un referendum anomalo, nel senso che viene fatto: “Vuoi lavorare o vuoi essere licenziato?”». Masini, mentre gli altri sindacati dei metalmeccanici ponevano la propria firma sul documento presentato dalla Fiat, si è alzato ed ha lasciato il tavolo. Del referendum «discuteremo domani – ha detto Masini – abbiamo convocato l’assemblea degli iscritti della Fiom a Pomigliano», nel corso della quale «discuteremo anche sulle iniziative da prendere». I punti del testo, ha inoltre sottolineato, «non sono assolutamente cambiati. Il testo è lo stesso e la minaccia di licenziare i singoli lavoratori non è cambiata, c’è tutta. È stata solo istituita una commissione paritetica». Per Masini, il negoziato non è stato «paritario».
«Marchionne ci ripensi: non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non può diventare una fabbrica-caserma. E il “piano B” sarebbe anche una sua sconfitta», ha detto Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, in un’intervista a Repubblica. Epifani ha rilanciato la richiesta «che si realizzi rapidamente l’investimento previsto» per Pomigliano che «è il frutto di anni di mobilitazione nel territorio da parte dei sindacati, della Cgil, della Chiesa, delle istituzioni locali». Per il segretario della Cgil c’è «una sfida che sicuramente deve essere raccolta: quella della saturazione degli impianti e della turnazione.
Su questo non dobbiamo avere timidezze. I 18 turni non sono una novità. In molte fabbriche si lavora 24 ore su 24 per sette giorni».
Epifani ha sottolineato poi come «c’è un capitolo del documento della Fiat che apre problemi molto gravi» ovvero quello su malattia e sciopero, clausole che per i giuristi consultati dal sindacato «senza chiarimenti e correzioni, appaiono illegittime o addirittura incostituzionali». Epifani ha aggiunto che «la Fiat non deve piegare i sindacati ma trovare un piano che regga. La Cgil è assolutamente disponibile a trovare soluzioni per un assenteismo che a tratti ha assunto a Pomigliano caratteristiche intollerabili». Il segretario generale ha quindi ammesso che «è mancato il rapporto tra la Cgil e la Fiom nella costruzione della soluzione» ma auspica che «alla fine possa prevalere in Marchionne il senso della forza dell’operazione Pomigliano. Ha scommesso troppo sulla Fabbrica Italia. Il ‘piano B’ sarebbe anche una sua sconfitta».
Questa mattina la Cisl si era detta pronta a firmare il piano presentato dalla Fiat per lo stabilimento di Pomigliano perché «tutte le regole contrattuali sono salve», ha detto invece il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni sottolineando che «quella della Fiom sono solo bugie e mi appello al senso di responsabilità della Cgil su questa vicenda». «Ho apprezzato l’onestà intellettuale di Epifani – ha aggiunto Bonanni – ma non si lasciasse coinvolgere dalla cortina fumogena creata dalla Fiom che vuole solo accalappiare i media e coprire ancora una volta la ritrosia a qualsiasi innovazione». È invece importante «che si investa in Italia – ha concluso Bonanni – e soprattutto che si dia il segnale che nel nostro paese è possibile investire. Il vero pericolo è che si decida di non investire in Italia ma in Serbia, Polonia o Detroit».
«Pomigliano è un banco di prova per tutti. Non può e non deve prevalere la logica dei veti incrociati. Non è più il tempo del no o della fuga. Per salvare l’occupazione e la dignità del lavoro serve un sforzo comune ed un sano realismo. Pomigliano non deve chiudere», ha affermato questa mattina il presidente del Senato, Renato Schifani.
Fiat di Termoli: sciopero per Pomigliano. La Fiom-Cgil del Molise ha proclamato 8 ore di sciopero nello stabilimento Fiat di Termoli per il 25 giugno. l’iniziativa è a sostegno della vertenza in corso nello stabilimento automobilistico di Pomigliano d’Arco. «Termoli deve dare il suo contributo – afferma la Fiom-Cgil – visto che si sta lottando per la sopravvivenza dell’impianto». Nello stabilimento molisano la Fiat mantiene i volumi produttivi di inizio d’anno, ha chiamato 45 interinali a giugno ed altri 40 a maggio e non si prevede la cassa integrazione.
Un volantinaggio è stato effettuato davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano d’Arco da parte degli iscritti alla Fiom e allo Slai Cobas. Ai lavoratori si sono aggiunti anche gli esponenti del Prc, guidati dal segretario Paolo Ferrero. I tre gruppi, con propri volantini hanno spiegato le ragioni che li spingono a rifiutare l’accordo con i vertici I volantini sono stati distribuiti ai dipendenti in entrata ed in uscita dal Gianbattista Vico tra il primo ed il secondo turno. «Un ricatto, non un accordo – tuona la Fiom nel proprio proclama – senza diritti saremmo solo schiavi». Nel volantino dello Slai Cobas si invitano i lavoratori a partecipare all’assemblea pubblica prevista per sabato mattina a piazza Mercato, mentre il coordinamento lavoratori Fiat Prc parlano di “ricatto” da parte della Fiat che «approfittando dalla paura generata dalla crisi vuole imporre una sorta di schiavitù senza catene».