Figli con handicap: permessi di lavoro ai genitori
I genitori con figli portatori di handicap hanno diritto ai permessi di lavoro retribuiti per accudirli.
Quadro normativo
La Cassazione richiama
la lettera della legge: l’articolo 104 della legge quadro per
l’assistenza del 1992 sancisce che «deve riconoscersi il diritto alla
lavoratrice madre o al lavoratore padre, ad usufruire di due ore di
permesso giornaliero retribuito per ciascun bambino fino al compimento
del terzo anno di vita» (sentenza n. 4623).
L’obiettivo della norma è evitare che il bambino handicappato resti privo di assistenza, di modo che possa essere compromessa la sua tutela psicofisica e la sua integrazione nella famiglia e nella collettività.
Permesso giornaliero di due ore
In questo
modo un lavoratore bresciano padre di due gemelli di non ancora tre
anni portatori di «handicap in situazione di gravità», dopo due gradi
di giudizio contrari, si è visto riconoscere la possibilità di
usufruire «di un permesso giornaliero di due ore retribuite per ciascun
figlio fino al compimento dei tre anni». Un diritto che la Corte
d’Appello gli aveva negato sulla base del fatto che «le esigenze di
famiglia devono contemperarsi con l’interesse del datore di lavoro».
Interesse primario del bambino
La Corte
Suprema ha riconosciuto al lavoratore i permessi richiesti, senza che
questo possa “svuotare” la prestazione di lavoro anche perché lo stesso
potrebbe optare per il prolungamento del congedo parentale fino a tre
anni e, in tal caso, il rapporto di lavoro resterebbe sospeso e la
prestazione sarebbe del tutto assente, con un pregiudizio ancora più
pesante per il datore di lavoro.
In ogni caso ciò che prevale è
l’interesse del bambino e la tutela prioritaria del suo sviluppo e
della sua salute quali diritti fondamentali dell’individuo.