Fincantieri, Di Nardo: “Senza il governo non si esce dalla crisi”
“I parlamentari della Campania sono pronti a
scendere in campo per salvaguardare Fincantieri e le imprese
dell’indotto, ma è necessario che il Governo sieda con i suoi
rappresentanti al tavolo di trattative con azienda, sindacati e
istituzioni locali”. Ad invocare l’intervento dell’esecutivo targato
Berlusconi è il senatore Idv Nello Di Nardo, al termine dell’incontro
tra parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali che si è
svolto ieri mattina nell’aula consiliare del municipio di Castellammare
di Stabia. Una sessione di lavori che ha visto i rappresentanti
istituzionali avviare un percorso comune per la salvaguardia del
cantiere navale stabiese.
“Affinché l’incontro di questa mattina non rimanga soltanto una
passerella – sottolinea il senatore Di Nardo – occorre lavorare a tre
priorità fondamentali. Al primo posto c’è la necessità di ottenere dal
Governo Berlusconi provvedimenti immediati, risposte urgenti come
l’attuazione di strumenti per agevolare gli armatori ad investire in
nuove navi da produrre nei cantieri italiani. Quindi, bisogna lavorare
in stretta sinergia con Regione Campania e Autorità Portuale di Napoli
alla concretizzazione del nuovo bacino di carenaggio. Terza priorità,
invece, è l’avvio di procedure ad opera della Comunità Europea affinché
venga approvata la direttiva relativa all’agevolazione per la
rottamazione delle navi”.
Tre punti cardini per il rilancio di Fincantieri, sulla cui attuazione
il senatore Di Nardo esprime alcune perplessità. “Non dobbiamo
illuderci – aggiunge – la realizzazione del bacino di carenaggio e le
agevolazioni per la rottamazione delle navi, se approvate, potranno
diventare operative soltanto tra qualche anno, mentre il cantiere e le
aziende collegate continuano a sprofondare verso uno stato di crisi
irreversibile. Ecco perché il Governo ha l’obbligo di fornirci risposte
immediate e concrete alle richieste di aiuto che arrivano dall’area
torrese–stabiese, altrimenti rischiamo di trovarci a spasso per le
strade oltre 1500 disoccupati prima di Natale”.
“La difficoltà maggiore in questo processo – conclude l’esponente del
partito di Di Pietro – è sicuramente reperire gli aiuti economici per
agevolare gli armatori a finanziare la costruzione di nuove navi. Ma è
possibile cominciare a recuperarne una parte, se non l’intera somma,
attraverso i fondi destinati alla cassa integrazione e agli
ammortizzatori sociali in caso di fallimento dell’azienda. Una volta
riavviata la costruzione di navi, infatti, tali fondi non sarebbero più
necessari, garantendo lavoro per i prossimi anni, fino all’entrata in
vigore della direttiva sulla rottamazione”.