Fisco/ Bruno (Api): Errore Equitalia, azienda calabrese a rischio
“Importanti commesse potrebbero saltare per l’azienda Intimo Sud che, a causa di un errore burocratico, potrebbe vedere messo a rischio il proprio futuro”. A lanciare l’allarme è il senatore calabrese di Alleanza per l’Italia, Franco Bruno, che in un’interrogazione rivolta al ministro dell’Economia Tremonti fa riferimento ad “un errore di Equitalia”. L’azienda, spiega l’esponente di Api, “in seguito alle recenti difficoltà del settore tessile e dell’abbigliamento, non è riuscita a saldare alla scadenza naturale alcuni adempimenti fiscali e ha chiesto una rateizzazione a Equitalia Etr spa. Dopo avere saldato un primo debito, Intimo Sud si è trovata di fronte a una seconda cartella che Equitalia si rifiuta di rateizzare pretendendone il pagamento in un’unica soluzione, compresi gli interessi di mora e avviando il pignoramento mobiliare e presso terzi”. Il rifiuto della rateizzazione accordata in un primo momento, prosegue Bruno, si basa sul pretesto che l’impresa doveva iniziare a pagare il debito entro ottobre 2010. “Peccato – fa notare – che la cartella in questione sia stata notificata solamente a inizio 2011”. L’ultimo provvedimento in particolare, ha causato un “enorme danno” all’immagine dell’azienda che “potrebbe vedere cessare i rapporti lavorativi con i tanti clienti, come ad esempio Prenatal, Chicco e Artsana, che non intendono aspettare la soluzione del problema legale”. “La storia aziendale della Intimo Sud – continua il senatore – dura da più di vent’anni. E’ riuscita a crearsi un’immagine di prestigio, lavorando con le migliori griffe e garantendo occupazione in Calabria. Adesso tutto potrebbe essere vanificato, qualora non si riconosca l’evidente errore da parte di Equitalia, e si continui con comportamenti arroganti assunti da parte di una società che si occupa della riscossione per conto dello Stato”. Bruno chiede quindi a Tremonti di “promuovere gli atti più opportuni presso il concessionario Equitalia Etr spa, della provincia di Cosenza, per verificare i fatti, ripristinare il buon senso e ridare vita a questa azienda, che assieme a migliaia di piccole imprese sane del Mezzogiorno, costituisce un buon esempio di imprenditoria dinamica in un territorio che ha tanto bisogno di lavoro e di impresa”.