Fisco: dall’Agenzia delle Entrate nuove regole per le ipoteche e i sequestri
Nuova spinta alle misure cautelari adottabili per garantire la
riscossione dei tributi evasi da parte dell’Agenzia delle entrate, che
preme sull’acceleratore per un adeguato utilizzo dell’istituto reso
assai più incisivo dalle recenti modifiche normative. Le misure
cautelari sono, infatti, ormai esperibili non solo sulle sanzioni ma
anche sui tributi. E c’è la possibilità di ricorrere a questi strumenti
anche quando il contribuente evita la lite col Fisco e definisce “in
pac” il rapporto tributario attraverso i neonati istituti di adesione
ai contenuti del pvc (processo verbale di constatazione) o dell’invito
al contraddittorio che, a differenza dell’accertamento con adesione
ordinario, non prevedono la prestazione di garanzie.
In una nota
l’Agenzia spiega come, nel caso in cui particolari e concrete ragioni
lo richiedano, infatti, si può ricorrere alle misure cautelari sia
quando il contribuente è ancora in tempo per aderire ai contenuti di un
verbale o di un invito, sia dopo che ha già aderito. Sono alcuni dei
chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 4/E
di oggi, relativa alle misure cautelari e all’impulso dato dal decreto
anticrisi (dl 185/2008) all’uso di questi strumenti «salva-credito»,
per contrastare i fenomeni di evasione da riscossione. In particolare,
il documento di prassi spiega che l’Agenzia può chiedere l’iscrizione
dell’ipoteca sui beni del debitore e l’autorizzazione a procedere al
sequestro conservativo anche a tutela dei crediti relativi alle imposte
e agli interessi connessi ai processi verbali di constatazione.
Sebbene per i funzionari impegnati in attività di verifica non
esistano limiti, in termini di credito, alla richiesta di applicazione
delle misure cautelari, per evitare di avviare iter lunghi e
dispendiosi anche per somme di scarso valore, l’Agenzia ha stabilito in
passato degli specifici parametri, veri e propri indici antievasione,
che la circolare diffusa oggi aggiorna per rimanere al passo con i
tempi e la rivalutazione monetaria. Nel dettaglio, i nuclei di verifica
del Fisco possono valutare se richiedere le misure cautelari nel caso
in cui il processo verbale di constatazione contenga rilievi che
comportino, tra l’altro, un recupero di maggiore imposta superiore a
120mila euro o di ritenute non operate sopra i 60mila euro. Resta fermo
– precisa ancora l’Agenzia delle entrate – che i funzionari
verificatori possono comunque prescindere da questi indici se il
comportamento del contribuente è spia di situazioni particolarmente a
rischio per la riscossione del credito. Non solo. Il documento di
prassi chiarisce che i nuclei di verifica possono ampliare
ulteriormente l’analisi patrimoniale dei contribuenti, esaminando più a
fondo i documenti di bilancio e ricorrendo a ulteriori indicatori più
specifici.
SOTTO LA LENTE NON SOLO PROCESSO VERBALE. Gli uffici possono
promuovere l’adozione di misure cautelari non solo davanti a un
processo verbale di constatazione, ma di fronte a un atto emesso senza
un’attività istruttoria esterna, sulla base di controlli spinti da
altre fonti d’impulso. A questo proposito la circolare ribadisce il
peso delle indagini finanziarie, che gli uffici possono utilizzare nel
valutare la situazione economica del debitore, in vista della possibile
richiesta delle misure cautelari.
EQUITALIA. Le misure ottenute
dall’Agenzia valgono anche per Equitalia. Le ipoteche e i sequestri
conservativi mantengono, senza bisogno di alcuna formalità o
annotazione, la loro validità e il loro grado a favore dell’agente
della riscossione cui è affidato il ruolo.