Fisco: effetto crisi su Iva. Unioncamere: ‘Italia sta ripartendo’
Effetto crisi sulle dichiarazioni Iva relative al 2009: il reddito medio dichiarato dalle societa’ di persone e’ stato pari a 41.790 euro, con una riduzione del 6,78% rispetto all’anno precedente. Ma ancora piu’ alta e’ la difficolta’ registrata nel settore manifatturiero nel quale si segna un calo di reddito del 24,49% e un aumento del 22,83% dei soggetti in perdita. E’ quanto emerge dai dati delle dichiarazioni dei redditi Iva del 2010 pubblicate dal dipartimento delle Finanze relative ai redditi 2009.
Il Nord-Ovest dichiara il 38,35% del volume d’affari complessivo ma ”produce” il 43,62% dell’Iva di compentenza del 2009. La macro area, inoltre, segna un decremento del volume d’ affari del 14,19% rispetto all’anno precedente, inferiore al -11,86% registrato a livello nazionale. E’ uno dei dati che emerge dalle elaborazioni del dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni Iva del 2010 relativi all’anno 2009. Nel Sud e nelle isole – e’ scritto nel comunicato diffuso dal dipartimento per le politiche fiscali – l’incidenza di coloro che dichiarano imposta e’ invece minore con appena il 9,11% del totale dell’Iva di competenza dell’anno di imposta.
UNIONCAMERE, ITALIA RIPARTE – ”L’Italia sta ripartendo”. Ma ”soffre di divari territoriali intollerabili”. Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, traccia cosi’ la ”fotografia” dell’Italia che emerge dai dati presentati all’assemblea annuale dei presidenti delle Camere di Commercio. ”Aumenta la ricchezza prodotta dagli italiani”, con 570 euro in piu’ in media a persona secondo le attese per il 2011, ma ”le diverse velocita’ delle province non riusciranno nemmeno quest’anno a modificare nella sostanza il forte divario che esiste tra Centro e Nord”. Mentre sul fronte del Lavoro non mancano ”segnali di miglioramento”, anche nel Mezzogiorno: ”Il Sud torna ad assumere”. Dardanello invoca misure per ”facilitare la vita delle imprese”, perche’ il Paese ”riprenda pienamente il suo percorso di crescita”. La mappa delle stime sulla ricchezza che verra’ prodotta dagli italiani nel 2011 per ogni provincia segna in media positivi rialzi ma in un Paese ancora a due velocita’. ”Considerando pari a 100 il valore aggiunto per abitante previsto a livello nazionale per il 2011 – spiega il rapporto – il Nord-Ovest registrera’ 120,2, il Nord-Est 119, il Centro 111,7, il Mezzogiorno soltanto il 67,1. L’Italia, insomma, restera’ fortemente divisa in due, con tutte le province del Meridione (la prima e’ Chieti, 68esima) destinate ad occupare le posizioni finali della graduatoria”. In questo quadro di crescita non uniforme delle province, secondo le stime di Unioncamere, nel 2011 Milano raggiungera’ quota 35mila, aumentando la ricchezza prodotta dai cittadini di 1.360 euro. A tallonarla Bologna e Belluno, destinate a crescere di oltre mille euro rispetto all’anno scorso. Sul fronte opposto Imperia, Grosseto e Pesaro Urbino non registreranno alcun aumento del valore aggiunto procapite. Alla fine del 2011, quindi, Milano si confermera’ alla vetta della classifica nazionale. Fanalino di coda restera’ invece Crotone. Fiducia sul fronte del lavoro. ”Tra aprile e giugno le imprese italiane contano di realizzare complessivamente 60mila assunzioni in piu’ rispetto allo stesso periodo del 2010”, indica Dardanello. Mentre”riprendono vigore le assunzioni nel Mezzogiorno: sono poco meno di 100mila quelle previste nel secondo trimestre 2011, 18.580 in piu’ del 2010”. E del decreto Sviluppo, Dardanello dice: ”E’ un ottimo provvedimento che da’ risposte concrete ai bisogni delle imprese. Il pericolo, come troppo spesso accade, e’ che possa venir snaturato da veti ed eccezioni, sempre in agguato nella fase di attuazione”.