Fisco, Maradona non si arrende: «Tutta colpa di una cartella pazza»
Diego Armando Maradona torna in campo contro il fisco italiano, nella lunga contesa che lo vede attualmente debitore di circa 37 milioni di euro.Il pibe de oro ha cambiato linea difensiva e «allenatore»: il suo nuovo legale, l’avvocato Angelo Pisani, è uno specialista nei ricorsi contro Equitalia, e ritiene che il caso possa rappresentare una delle tante «cartelle pazze», ossia debiti costruiti sulla base di notifiche irregolari o mai avvenute. Questa è la tesi che Pisani, docente di processo tributario all’università Parthenope, pone alla base del nuovo ricorso sul caso Maradona, la cui discussione davanti ai giudici tributari di Napoli comincerà il prossimo 17 maggio. «Abbiamo chiesto a Equitalia di esibire la cartella esattoriale originale, legata ai mancati versamenti Irpef. La nostra ipotesi è che questa cartella non sia mai stata notificata regolarmente, come purtroppo è successo negli anni a Napoli per decine di migliaia di contribuenti vessati dal fisco».Insomma, per il nuovo difensore di Maradona la richiesta milionaria del fisco – cresciuta in modo esponenziale negli anni, con 3000 euro di interessi in più al giorno – sarebbe viziata all’origine. Altro punto che sarà contestato: il corretto calcolo dei tempi di prescrizione. Nel febbraio 2005 la Cassazione aveva ufficializzato per Maradona lo status di evasore fiscale, dichiarando inammissibili i ricorsi contro i pignoramenti presentati fino a quel momento dai suoi difensori. Ora si cambia strategia: il pibe non si arrende ed è pronto a giocare i supplementari.