Fitti, stangata per 3000 famiglie napoletane Il canone aumenta fino a 8 volte in più
NAPOLI
(17 marzo) – Si fosse riunita la commissione casa, per tremila famiglie
– circa 15mila napoletani residenti nelle case Erp (edilizia
residenziale pubblica), in pratica le case del Comune – non ci sarebbe
stata una stangata che ha quadruplicato e in alcuni casi quintuplicato
il fitto.
Invece i consiglieri comunali ieri hanno preferito disertare e così al
terzo piano del palazzo della politica di via Verdi si sono ritrovati
solamente il presidente della commissione Antonio Fellico e l’assessore
competente Marcello D’Aponte. Cosa doveva fare la commissione?
Concedere una proroga per la presentazione della «documentazione
reddituale» degli inquilini.
Il termine è scaduto a dicembre. Nella sostanza chi risiede nelle case
del Comune paga un canone commisurato al reddito. La dichiarazione dei
redditi che stabilisce il fitto deve essere presentata entro certi
termini altrimenti si applica il cosiddetto «canone equiparato». Ed è
quello che è capitato ad almeno tremila famiglie. Nel dettaglio chi è
nelle case Erp paga mediamente un fitto di 40 euro al mese: con
l’applicazione del «canone equiparato» ora paga tra i 280 e i 300 euro
al mese.
Una mazzata tremenda. Certo la colpa è soprattutto loro che per
negligenza non hanno presentata la documentazione necessaria per
abbattere il fitto, tuttavia se la commissione si fosse riunita la
proroga sarebbe scattata e a quest’ora non avrebbero una grana di non
indifferente portata. Perché per il momento devono pagare e devono
farlo versando il fitto – diciamo così – non sociale ma per intero.
«Abbiamo perso una buona occasione – spiega Fellico – perché se la
commissione si fosse riunita avrebbe di certo varato la proroga dando
una mano a migliaia di napoletani che non navigano nell’oro». Il
presidente della commissione svela un altro aspetto della faccenda.
«Avremmo potuto applicare lo stesso criterio della proroga non solo per
gli inquilini ma anche per chi è in affitto in locali come i negozi. Si
poteva dare una mano importante. La speranza – conclude Fellico – è che
la commissione si riunisca al più presto per varare questa proroga che
interessa 15mila persone». La situazione è molto spinosa perché c’è un
aspetto che potrebbe far scattare un’inchiesta della Corte dei conti.
Non avendo il Comune la forza per riscuotere i canoni – perché va da sè
che chi pagava 40 euro al mese non può pagarne 280 o 300 – deve in
qualche modo dimostrare che si sta impegnando per evitare quello che la
magistratura contabile potrebbe configurare come «mancato lucro per il
Comune».
Di qui la necessità anche per l’amministrazione di far partire la
proroga al più presto. Perché questo atto si configurerebbe come sforzo
di Palazzo San Giacomo per recuperare i fitti. Su questo fronte la
partita è apertissima. Il Comune riscuote dai fitti dei fabbricati
intorno ai 24 milioni, più o meno il 75 per cento. Nell’ultimo
quinquennio sono stati accumulati ben 70 milioni di fitti non riscossi.
Soldi che sarebbero utilissimi per rimpolpare le casse, visto che il
problema di liquidità è quello che più sta facendo stare sulle spine
l’intera amministrazione. Il pianeta casa è quello sul quale si punta
per fare soldi. Una manovra che passa per la dismissione e
valorizzazione del patrimonio immobiliare. Attraverso la vendita si
conta di mettere nel portafoglio 57 milioni. Per quanto riguarda la
valorizzazione la scommessa è riuscire a convincere i morosi a
riemergere dall’illegalità.
Il Comune mette loro a disposizione una chance importante, ovvero la
rateizzazione del dovuto fino a 60 rate per i locali e fino a 120 per
l’edilizia residenziale in favore. Con la possibilità di sanare fino al
31 dicembre del 2009.
L’altra grande novità che si profila è la riapertura del bando dell’assegnazione delle case del Comune. Un bando fermo dal 1995.