Flop rifiuti, Comune di Napoli condannato Giovedì serrata dei locali del lungomare
NAPOLI (6 dicembre) – Il giudice di pace condanna il Comune di Napoli a risarcire i cittadini per i torti e i disagi subìti nel corso della crisi dei rifiuti del 2008. E Palazzo San Giacomo dovrà versare seicento euro a ciascuno dei venticinque cittadini che si sono uniti in una piccola class action per protestare contro i disagi vissuti a causa della raccolta differenziata fallita.
Tarsu troppo elevata e servizio scadente sono i punti centrali della sentenza del giudice Maddalena Savino, che ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dai cittadini residenti tra Vomero e via santa Lucia. È una specie d’indennizzo quello riconosciuto ai napoletani che hanno messo in evidenza lo iato tra il tempo perso a separare i rifiuti, l’impegno messo nel cercare i contenitori e il risultato di dover essere costretti a vivere tra cumuli d’immondizia. «La domanda dei cittadini è fondata e deve essere accolta», si legge nella sentenza. Il Comune dovrà sborsare in tutto 25mila euro.
Ristoranti, bar e chalet del lungomare di Napoli, da largo Sermoneta a Castel dell’Ovo, resteranno chiusi, giovedì prossimo, per tutta la giornata, in segno di protesta contro le istituzioni locali «che si rendono di fatto complici del declino turistico di Napoli». Così, i proprietari degli esercizi commerciali, intendono manifestare il loro dissenso contro l’immagine di una città – è scritto in una nota – «sommersa dai rifiuti e vittima di una burocrazia lenta e penalizzante per gli operatori del settore della ristorazione».
Carmine Bucci, presidente dei consorzi «Borgo Partenope» e «Caracciolo Mergellina», le due sigle promotrici della serrata di giovedì, annuncia una conferenza stampa, in programma domani, alle ore 11.30, nel ristorante «Fresco», in via Partenope 8, alla quale prenderanno parte i consorziati. Nel corso dell’incontro verranno spiegate le ragioni della protesta e presentato un progetto di rilancio turistico autofinanziato dagli stessi Consorzi.
«I nostri 700 dipendenti sorreggeranno uno striscione nero della lunghezza di 5 km in segno di lutto per una città che sta morendo nel silenzio generale», ha detto Bucci. «Il nostro slogan parla chiaro: ‘provate a immaginare il lungomare di Napoli spento’ – sottolinea Bucci – una provocazione che lanciamo alle istituzioni perchè i ristoranti, i bar e gli chalet del lungomare sono l’anima del turismo partenopeo».
Viaggi verso la Puglia. Inizieranno domani le partenze dei primi camion di rifiuti napoletani diretti in Puglia. Il primo impianto Stir ad essere liberato dalla frazione umida sarà quello di Giugliano in Campania. Intanto, a Napoli, rallenta la fase di recupero della spazzatura ancora in strada: dopo avere toccato sabato quota 1400 tonnellate, il quantitativo di ‘monnezzà ancora da prelevare sta nuovamente crescendo e oggi, nei quartieri della città, campeggiano cumuli per circa 1800 tonnellate.
Tutti gli impianti di tritovagliatura della provincia non sono stati in grado di ricevere rifiuti ‘tal quale’ in quanto le vasche delle frazioni umida e secca sono sature. Delle circa 1300 tonnellate che Napoli produce quotidianamente, infatti, ne sono state conferite 757 nella discarica di Chiaiano. Le altre sono rimaste per strada.
L’assessore all’Igiene del Comune di Napoli Paolo Giacomelli si dice preoccupato: «Avevamo promesso alla cittadinanza e agli operatori economici partenopei di consegnare loro una città pulita per il ponte dell’Immacolata, ma le difficoltà di conferimento ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote». Per Giacomelli, gli impedimenti emersi in questo giorni evidenziano «la fragilità di tutto il sistema». «Per verificare la capacità di ricezione degli impianti provinciali risulta decisiva la giornata di oggi», ha poi concluso Giacomelli.
Taverna del Re. È stato completamente spento nella notte l’incendio divampato nel pomeriggio di ieri nel sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re, alla periferia di Giugliano. I vigili del fuoco però stanno ancora lavorando per mettere completamente in sicurezza l’impianto ma anche per accertare le cause dell’incendio che hanno riguardato alcune decine di ecoballe di spazzatura.